“A livello globale, il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, dopo il notevole calore del 2023.
Gli ultimi dieci anni sono stati i più caldi mai registrati. Anche la temperatura media annua della superficie del mare sopra gli oceani non polari ha raggiunto un livello record. Le concentrazioni atmosferiche dei gas serra anidride carbonica e metano hanno continuato ad aumentare.
A partire dagli anni Ottanta, l’Europa si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto alla media globale, diventando il continente con il riscaldamento più rapido sulla Terra.” È il quadro tracciato dal rapporto The European state of the climate 2024, pubblicato dal servizio europeo Copernicus insieme all’Organizzazione meteorologica mondiale (World Meteorological Organization, Wmo).
Il rapporto fornisce un’analisi dettagliata dell’ultimo anno solare, con descrizioni delle condizioni e degli eventi climatici, ed esplora le variazioni associate nelle principali variabili climatiche in tutte le parti del sistema terrestre. Certifica che “le temperature globali record hanno reso il 2024 il primo anno con una temperatura media nettamente superiore alla soglia di 1,5 °C rispetto al livello preindustriale stabilito dall’Accordo di Parigi.”
E la tendenza non è destinata ad arrestarsi. Al contrario, questo marzo è stato il secondo più caldo della storia a livello globale, con una temperatura media sulla superficie terrestre di 14,06 gradi, 0,65 gradi sopra la media del trentennio di riferimento 1991-2020, e 1,60 sopra il livello pre-industriale (1850-1900), ed è stato il 20esimo degli ultimi ventuno mesi nel quale la temperatura globale dell’aria sulla superficie è stata di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale.
In Europa crescono i disastri causati dall’aumento dei fenomeni estremi
L’aumento record delle temperature innesca ed è collegato a grandi fenomeni di estrema variabilità territoriale. Nel corso dell’anno appena trascorso, secondo l’annuale rapporto di Copernicus, si è registrato nel nostro continente un netto contrasto nelle condizioni climatiche fra la parte Est e quella Ovest, con condizioni estremamente secche e spesso da caldo record a oriente e condizioni calde ma umide a occidente.

Tempeste e inondazioni hanno ucciso più di 300 persone, ne hanno colpite altre 413 mila in tutta Europa e hanno causato danni economici per almeno 18 miliardi di euro, e un terzo della rete fluviale europea è stato allagato.

L’Italia fra i Paesi più colpiti al Mondo
“La frequenza e l’intensità dei disastri legati al clima continuano ad aumentare e queste cifre sottolineano l’urgente necessità di un’azione per il clima” afferma il Climate Index Risk 2025 (CRI).
Questo indice retrospettivo analizza l’impatto degli eventi meteorologici estremi legati al clima e classifica i Paesi in base all’impatto economico e umano subito (vittime, colpiti, feriti e senzatetto), posizionando il Paese più colpito al primo posto.
Dal 1993 al 2022, sono state perse oltre 765 mila vite umane e si sono registrate perdite economiche dirette per quasi 4,2 trilioni di dollari, causate da oltre 9.400 eventi meteorologici estremi, e la frequenza e l’intensità dei disastri legati al clima continuano ad aumentare.
In questo periodo, il nostro Paese si trova al quinto posto nella classifica mondiale (dopo Dominica, Cina, Honduras e Myanmar) e nel 2022, ultimo dato elaborato, subito dopo Pakistan e Belize.
“Il CRI – affermano i redattori dell’indice – dimostra che la mancanza di ambizione e di azioni concrete in materia di mitigazione porta a gravi conseguenze, anche nei Paesi ad alto reddito. È nell’interesse dei Paesi ad alto reddito e ad alte emissioni intensificare le azioni di mitigazione, inclusi obiettivi climatici più ambiziosi e la loro attuazione, con nuovi contributi determinati a livello nazionale (NDC), per rimanere al di sotto (o il più vicino possibile) di un riscaldamento globale di 1,5 °C e mantenere gli impatti su una scala gestibile.”
Crescita continua dei gas climalteranti. Il Pianeta a un bivio
Il CRI sottolinea che gli eventi meteorologici estremi sono strettamente collegati al cambiamento climatico e al ruolo dell’uomo nel riscaldamento globale.
“Le concentrazioni di anidride carbonica e metano – i gas responsabili del riscaldamento, e dunque, anche degli eventi estremi – hanno continuato la loro traiettoria ascendente, raggiungendo livelli record”, secondo le misurazioni di Copernicus.
Il Rapporto dipinge il quadro di “un Pianeta spinto al limite. Con molteplici variabili climatiche che crescono a livelli senza precedenti, il messaggio è chiaro: un’azione incrementale non è sufficiente…, la necessità di ridurre rapidamente le emissioni, basata sui dati, non è mai stata così forte. Quando tutti i principali set di dati, ogni agenzia e ogni scienziato dicono la stessa cosa, è il momento di ascoltare.”