Onu, Patto per il futuro. Utopia o speranza? Il tradimento della salute globale. L’analisi dell’epidemiologo Donato Greco dell’Oms (2) Con l’uscita degli USA, l’ Oms perderà (oltre ai soldi) i migliori scienziati. L’Agenzia resta fondamentale per la protezione dell’Umanità

Onu, Patto per il futuro. Utopia o speranza? Il tradimento della salute globale. L’analisi dell’epidemiologo Donato Greco dell’Oms (2)

Con l’uscita degli USA, l’ Oms perderà (oltre ai soldi) i migliori scienziati. L’Agenzia resta fondamentale per la protezione dell’Umanità

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è un’organizzazione “povera”, tra le più povere delle agenzie dell’Onu, a cui i Paesi contribuiscono con una frazione molto piccola delle loro risorse. In che cosa consiste allora la sua forza,  e quale sarebbe la conseguenza catastrofica dell’uscita dall’Oms degli USA annunciata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump lo scorso 20 gennaio? 

“Il problema non sono tanto i soldi – afferma Donato Greco, medico epidemiologo con una vasta esperienza nazionale e internazionale, consulente dell’Oms, già componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza Covid-19 – ,  l’Agenzia potrà sopravvivere anche senza i soldi di Trump.  Ma il problema principale è che nell’Oms lavora un’enorme quantità di eccellenti scienziati statunitensi. Quindi gli USA non danno soltanto soldi, ma danno conoscenze di altissimo livello e molto operative sul campo. Se parliamo di una qualsiasi malattia, come la malaria o la poliomielite, malnutrizione o diarrea e andiamo sul campo, quasi sempre troviamo qualche statunitense dell’Oms.

Tutti questi specialisti sono comandati, quindi inviati a spese negli Stati Uniti, sul campo. La loro operatività, non è uguale nella qualificazione (basta citare l’eccellenza del Center for Disease Control) a quella degli  scienziati europei che da più di venti anni cercano di importare la cultura di sanità applicata sul campo dagli Stati Uniti col programma EPIET ((European. Public Health Microbiology Training) attraverso la formazione per due anni una ventina di epidemiologi europei.  Quindi abbiamo una situazione di grande impegno culturale prima che finanziario.”

Donato Greco, medico epidemiologo e consulente dell’Oms (© Scienzainrete)

Il secondo elemento critico è che l’Oms, essendo una struttura molto povera, tra le più povere delle agenzie ONU, è sostenuta da molti privati su programmi specifici, fra questi i finanziatori spontanei americani forniscono gran parte dei soldi che arrivano all’Oms . “ Bill Gates -continua Greco- finanzia le vaccinazioni e molti altri programmi con contributi volontari, se si ritirasse, in coerenza con il suo nuovo presidente, molti programmi per il controllo di AIDS,  malaria, la stessa poliomielite, crollerebbero con un danno diretto e immediato ai Paesi a cui questi programmi sono mirati. 

La ritirata dell’America, speriamo non degli americani, dall’Oms può risultare particolarmente dannosa per paesi che ne hanno più bisogno come i paesi in via di sviluppo.”

Oms, pur poco finanziata, è un ombrello di protezione fondamentale per l’Umanità

La Sanità internazionale non è un argomento aleatorio di cui possiamo fare a meno. Secondo il Greco ” Microbi, virus e batteri non riconoscono i confini. Non ci sono quelli italiani, quelli francesi, quelli spagnoli o quelli africani. Sono universali e camminano tranquillamente con le persone.  La globalizzazione di viaggi, mercati, persone e conoscenze ci dà molti vantaggi, ma comporta anche la globalizzazione dei rischi, compresi quelli infettivi. 

La Spagnola, che ha fatto 50 milioni di morti nel 1918, ha impiegato 18 mesi per attraversare l’oceano Atlantico, dagli Stati Uniti alla Spagna, dove ha preso il nome. La SARS del 2001 ha impiegato appena 24 ore da Hong Kong al Canada attraverso un individuo infetto che si è spostato in aereo. L’evento è costato il 3% del Prodotto interno lordo canadese, una catastrofe anche sotto il profilo finanziario.”

In risposta alle epidemie mortali che hanno travolto il mondo nel 2005 è stato sottoscritto l’ IHR, International Health Regulation (Regolamento sanitario internazionale- Rsi) finalizzato ad affrontare gravi minacce alla salute pubblica che potrebbero diffondersi oltre i confini di un Paese. 

Si tratta di un accordo tra 196 paesi e gli Stati membri dell’Oms che definisce i diritti e gli obblighi dei paesi nella gestione di eventi e emergenze di sanità pubblica che potrebbero attraversare i confini nazionali.Il regolamento delinea anche i criteri per determinare se un particolare evento costituisca o meno un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale. “Negli ultimi dieci anni – sottolinea Greco-, l’aggiornamento dell’ IHR, ha modernizzato fortemente gli indirizzi per la protezione verso i rischi infettivi nel mondo, rendendo più coscienti e autonomi i singoli stati, che sono impegnati direttamente a fare il risk assessment, l’accertamento del rischio prima di qualsiasi intervento.”

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