USAID, la più grande organizzazione umanitaria interrompe i programmi per decisione di Trump A rischio la salute globale: senza fondi, milioni saranno i decessi per AIDS e le nuove infezioni tra adulti e bambini

USAID, la più grande organizzazione umanitaria interrompe i programmi per decisione di Trump

A rischio la salute globale: senza fondi, milioni saranno i decessi per AIDS e le nuove infezioni tra adulti e bambini

Uno dei primi annunci della nuova amministrazione Trump è stata la chiusura dell’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale (United States Agency for International Development, USAID) con migliaia di dipendenti messi in congedo e l’interruzione delle missioni intorno al Mondo. 

Le attività di USAID vanno dalla fornitura di protesi ai soldati feriti in Ucraina al contenimento della diffusione dell’ebola in Africa o la fornitura di medicinali contro l’HIV. L’agenzia, inoltre, svolge un ruolo fondamentale negli aiuti umanitari fornendo materiali e risorse per fronteggiare disastri naturali e conflitti. 

Attività dell’organizzazione a sostegno della popolazione colpito dal terremoto di Haiti nel 2010 (©USAID)

L’organizzazione è stata istituita agli inizi degli anni Sessanta per gestire i programmi di aiuti umanitari per conto del Governo statunitense. Con oltre 10 mila collaboratori opera in oltre 100 Paesi, affrontando le sfide dello sviluppo globale attraverso partnership con Governi, Organizzazioni non governative (Ong) e organizzazioni private. Il suo lavoro è uno strumento chiave del soft power degli Stati Uniti e va oltre l’aiuto immediato per trovare soluzioni a lungo termine che promuovono la stabilità economica, la democrazia e la salute pubbli

In Africa, Asia e America Latina la salute dipende dai programmi

Gran parte del bilancio dell’USAID è destinato a programmi di salute pubblica, come programmi di vaccinazioni contro la poliomielite nei Paesi in cui la malattia è ancora diffusa e il supporto per fermare la diffusione di virus potenzialmente in grado di causare una pandemia. L’agenzia combatte anche malattie come la malaria e la tubercolosi attraverso campagne di vaccinazione.

Dal 2003 i programmi finanziati dall’organizzazione attraverso il President’s Emergency Plan for AIDS Relief (PEPFAR) hanno salvato più di 26 milioni di vite investendo in prevenzione, trattamento, assistenza e supporto all’HIV in cinquantaquattro Paesi.

Nazioni come l’Uganda, tra i primi dieci destinatari dei fondi USAID in Africa, dipendono fortemente dagli aiuti umanitari, che sostengono il 70% delle iniziative contro l’AIDS. Secondo il Governo americano, il Paese ha ricevuto 295 milioni di dollari in finanziamenti dall’agenzia americana nel 2023 per programmi contro la malaria, la tubercolosi e la lebbra, servizi sanitari per mamme e bambini e assistenza sanitaria di emergenza.

Senza fondi americani, milioni  di decessi per AIDS e nuove infezioni tra adulti e bambini 

Lo scorso primo febbraio, l’Ufficio per la sicurezza sanitaria globale e la diplomazia (Bureau of Global Health Security and Diplomacy, GHSD) del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha comunicato che alcune attività finanziate dal programma PEPFAR, a cui fanno riferimento i programmi per la prevenzione e la cura dell’HIV, potranno essere riprese durante la pausa di novanta giorni imposta dal Governo americano o finché non saranno sostituite da nuove linee guida.

Come ha dichiarato Winnie Byanyima, direttore esecutivo di UNAIDS, il Programma delle Nazioni unite di coordinamento dell’azione globale contro l’AIDS, nel corso di un recente incontro in Vaticano, “due settimane fa, il più grande programma di assistenza all’AIDS del Mondo è stato messo in pausa. 20 milioni di persone affette da HIV si affidano al Governo degli Stati Uniti per ottenere i farmaci di cui hanno bisogno per rimanere in vita e prevenire l’infezione da HIV. È stata concessa una deroga umanitaria che consente la distribuzione di alcuni farmaci salvavita. Questo è positivo ma il futuro del programma rimane incerto.”

Winnie Byanyima, Direttore Esecutivo di UNAIDS (©UNAIDS)

Come risultato della decisione del governo Trump di congelare le attività della più grande organizzazione di sostegno umanitario, le cliniche per l’HIV in tutto il Mondo sono state chiuse e i programmi di prevenzione e trattamento dell’HIV sono stati bloccati. Secondo UNAIDS, senza i finanziamenti degli Stati Uniti entro quattro anni moriranno altri 6,3 milioni di persone e ci saranno 8,9 milioni di nuove infezioni tra gli adulti. Circa 370 mila bambini potrebbero contrarre l’HIV e, senza trattamento, la metà non vivrà fino al secondo compleanno. 

UNAIDS stima che se il programma PEPFAR venisse definitivamente interrotto, entro il 2029 ci sarebbero ulteriori 6,3 milioni di decessi legati all’AIDS nei cinquantaquattro Paesi che ricevono gli aiuti umanitari (©UNAIDS)

L’HIV non è un virus facile da combattere e, anche se negli ultimi trent’anni molti progressi sono stati fatti, l’obiettivo Onu di eradicare l’AIDS entro il 2030 non sarà raggiungibile. Anche prima del blocco delle attività di sostegno umanitario da parte degli Stati Uniti, la risposta all’AIDS presentava un deficit di finanziamento di 9,5 miliardi di dollari. Secondo le stime del Programma delle Nazioni unite, sarebbero necessari 29,3 miliardi di dollari per porre fine alla pandemia di AIDS entro il 2030.

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