Onu, Patto per il futuro. Utopia o speranza? Una governance multilaterale è possibile, secondo l’economista Frattini di Unife Ma le economie avanzate devono rinunciare a parte del potere e quelle emergenti agire con realismo. La Nuova banca per lo sviluppo dei Brics sarà la cartina tornasole

Onu, Patto per il futuro. Utopia o speranza? Una governance multilaterale è possibile, secondo l’economista Frattini di Unife

Ma le economie avanzate devono rinunciare a parte del potere e quelle emergenti agire con realismo. La Nuova banca per lo sviluppo dei Brics sarà la cartina tornasole

“La proposta di riforma del sistema di governance globale mi sembra ben fatta e questo mi fa essere speranzoso. Mi sembra di vedere tutti gli elementi da mettere sul piatto per poter effettivamente raggiungere l’obiettivo: non è solo la questione economica né solo quella politica, ma tutte le questioni vanno trattate insieme per cercare di creare un sistema coerente” dichiara ad Agenda17 Federico Frattini, docente di Economia dello sviluppo presso l’Università di Ferrara.

Il “Patto per il futuro” recentemente adottato dall’Organizzazione delle nazioni unite (Onu) ha promesso una maggiore rappresentanza del Sud globale nel sistema di governance internazionale sia all’interno del Consiglio di sicurezza che nelle istituzioni finanziarie di Bretton Woods. Abbiamo chiesto a Frattini a quali condizioni questa possa essere una prospettiva realistica.

“La riforma della governance globale promessa dal ‘Patto per il futuro’ sarà una prospettiva realistica se ci sarà la disponibilità di tutti i Paesi a sedersi attorno a un tavolo multilaterale: da una parte se le economie avanzate saranno disposte davvero a rinunciare a parte del loro potere decisionale, dall’altra parte se le economie emergenti saranno effettivamente disponibili a discutere rinunciando a fughe in avanti e percorsi alternativi che possono indebolire le istituzioni” afferma il docente.

Vacilla  il ruolo degli USA come leader economici e responsabili della sicurezza globale

Alla fine della Seconda guerra mondiale, il sistema di governance globale che venne stabilito vedeva come garanti dal punto di vista politico i vincitori del conflitto, ovvero i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, mentre dal punto di vista economico furono gli Stati Uniti a diventare il garante di un ordine finanziario basato sul dollaro tramite le istituzioni di Bretton Woods, Banca mondiale (Bm) e Fondo monetario internazionale (Fmi).

Le sedi del Fondo monetario internazionale (© IMF, public domain, via Wikimedia Common) e della Banca mondiale (© Shiny Things, CC BY 2.0, via Wikimedia Common) a Washington DC 

Il Fmi doveva assicurare la stabilità delle valute mondiali, ancorate al dollaro, a sua volta ancorato all’oro, ma questo obiettivo venne meno quando nel 1971 gli Stati Uniti interruppero la convertibilità oro-dollaro. Oggi si concentra sulla stabilità macroeconomica e rappresenta il prestatore di ultima istanza per gli Stati che sperimentano crisi di bilancio. 

La Bm, invece, nacque con lo scopo di ricostruire i Paesi, soprattutto europei, dopo il conflitto, ma presto si dedicò a fornire prestiti agli Stati a medio e basso reddito per progetti di sviluppo economico e sociale, poiché fu il Piano Marshall degli Stati Uniti a occuparsi della ricostruzione dell’Europa. 

Questo sistema diede un grande potere agli Stati Uniti – che di fatto esercitarono il ruolo, come lo definisce Frattini, di princeps inter pares tra le economie avanzate occidentali – ma anche un grande onere, quello di garantire la sicurezza economica e la difesa anche per gli altri. Un maggiore potere significa una maggiore responsabilità, che oggi viene messa in discussione. 

Pil in Ppa come percentuale del totale mondiale dei Paesi BRICS e G7 nel 2024 (© IMF 2024)

Tuttavia, nel tempo, spiega il docente, “si sono create asimmetrie tra l’ascesa di alcune economie del Sud globale e il modello di sviluppo che aveva prodotto le istituzioni di Bretton Woods, basato sull’esperienza di capitalismo industriale delle economie avanzate occidentali e considerato imprescindibile per lo sviluppo. La Cina è stata la prima esperienza di capitalismo industriale senza sviluppare le competenze meccaniche tipicamente occidentali e senza un ordinamento liberal-democratico.

Cina: successo di un modello “alternativo” 

Un’alternativa tecnologica prodotta in Cina, poiché è più economica, meno sofisticata, con standard normativi e di sicurezza meno elevati rispetto alle società occidentali, è più immediatamente applicabile nelle economie meno avanzate. La Cina ha provato che esiste un’alternativa e questo fatto alimenta la retorica che sia necessario superare certi schemi definiti a loro tempo.” 

Pil in Ppa come percentuale del totale mondiale dei Paesi BRICS e G7 dal 1980 al 2029 (© IMF 2024)

Soprattutto ora che il Prodotto interno lordo (Pil) a Parità di potere d’acquisto (Ppa) della Cina con le altre quattro economie emergenti BRICS (Brasile, Russia, India, Sudafrica) è pari al 33,76% del totale mondiale, mentre quello delle economie avanzate del G7 (Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Italia, Germania, Giappone) si attesta al 29,08% (anche se, in termini di Pil assoluto, senza tenere conto del costo della vita, un eventuale sorpasso è improbabile nelle prossime decadi).

Definire principi condivisi prima di riequilibrare la rappresentanza

Il Fmi si basa su un sistema di quote, ovvero ogni Paese contribuisce con un versamento in denaro a seconda della propria economia, ed è sulla base di questo che potrà avere un potere di voto più o meno grande e un accesso a finanziamenti più o meno ampi in caso di crisi. Anche la Bm si basa sul capitale versato dai suoi membri: chi possiede più azioni ha maggiore potere decisionale. 

Questo sistema dà più influenza alle economie avanzate, che possiedono maggiori quote e azioni. In particolare, gli Stati Uniti, poiché nel Fmi detengono una quota del 16,5% circa, possono bloccare le decisioni che richiedono una maggioranza dell’85%. Il “Patto per il futuro” ha incoraggiato una riforma della rappresentanza nella Bm e del sistema di quote nel Fmi, in modo che i finanziamenti siano erogati in base alla reale necessità dei Paesi.

“Le richieste di riforma da parte del Sud globale – spiega Frattini – sono innanzitutto di carattere formale, cioè di rappresentanza in termini di voto. Ma, una volta equilibrata la rappresentanza, entra in gioco la questione sostanziale, ovvero le caratteristiche di queste rappresentanze. Nel caso delle economie avanzate, l’ordinamento liberal-democratico garantisce che chi rappresenta qualcuno in quegli organi, lo rappresenta perché sotto c’è un meccanismo di pesi e contrappesi che seleziona la classe dirigente. 

Uno dei tratti caratteristici del Sud globale emergente è invece che gli ordinamenti non sono omogenei e molti non sono liberali: i meccanismi attraverso cui vengono definiti i rappresentanti sono alternativi e ci si aspetta che garantiscano meno la condivisione e la condivisibilità di certe posizioni. Si pensi in particolare alla Cina con un sistema politico monopartitico.

La questione sostanziale va affrontata definendo dei principi che permettano a realtà sociali, culturali, politiche ed economiche così diverse di trovare un terreno comune per governare le istituzioni internazionali: principi che non vengano percepiti dal Sud globale come invasivi da parte degli ordinamenti occidentali e dal Mondo occidentale come una minaccia rispetto alle proprie conquiste, alcune delle quali ancora in divenire (si pensi alla parità di genere).”

Federico Frattini, docente di Economia dello sviluppo all’Università di Ferrara (© Federico Frattini)

Ed è qui che entrano in gioco gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030: secondo Frattini, visto che sono già stati deliberati e condivisi, andrebbero declinati da lì i principi da considerare come requisiti indispensabili per definire gli schemi di garanzia di un modello comune di governance e le azioni per realizzare questi stessi obiettivi.

La New Development Bank come cartina tornasole della volontà di riformare il sistema insieme

In questo quadro che prospettiva rappresenta la Nuova banca per lo sviluppo (New Development Bank, NDB) istituita nel 2015 dai BRICS? Secondo Frattini, nella realtà dei fatti non si tratta finora di un dispiegamento di risorse tale da rappresentare un’alternativa autosufficiente a Bm e Fmi, ma piuttosto complementare: l’importo totale dei finanziamenti approvati equivale a 32,8 miliardi di dollari, mentre il Fmi è in grado di prestare fino a 1 trilione di dollari e le erogazioni della Bm per l’anno fiscale 2024 ammontano a 117,5 miliardi di dollari.
“La NDB è la cartina tornasole dell’effettiva futuribilità del ‘Patto per il futuro’ e della ristrutturazione del sistema internazionale di governance economica – conclude il docente -. Se vorrà accreditarsi come vera e propria alternativa al sistema occidentale, verrà meno la condizione di volersi sedere tutti a un tavolo a discutere da pari. Se invece rimarrà in una dimensione di complementarità, quella sarà la cifra che ci si sarà messi a discutere davvero insieme della riforma del sistema attuale.”

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