L’ultimo successo l’hanno ottenuto a Jacarezinho, in Paranà, dove in autunno si è tenuta la fiera Ficafè, manifestazione che dal 2008 dà visibilità al caffè prodotto di produzione locale. Oltre 4 mila persone hanno visitato l’esposizione, ampliando il bacino tra i conoscitori del caffè, quindi le possibilità commerciali per i gruppi di donne della regione.
Questa storia parla di donne, di lavoro e di cooperazione, di crescita e soddisfazione personale, della “cura” in agricoltura e di una produzione ad alto valore aggiunto. E quando parliamo di caffè questo diventa un caso di successo, dato che sul mercato mondiale la produzione di caffè solitamente si associa a lavoro mal retribuito e mercato delle commodity, ma questo non è il caso del Paranà.
Una storia di caffè, lavoro, emancipazione nata dalla collaborazione internazionale
Ci troviamo nel Sud del Brasile, nello Stato del Paraná, noto per le meravigliose cascate dell’Iguaçu, famoso per essere uno dei maggiori produttori di soia al Mondo.
Anche il nostro territorio è storicamente legato al Brasile, grazie a una consolidata tradizione di progetti di cooperazione internazionale e di collaborazioni istituzionali, avviati dalla fine degli anni Ottanta dal basso, a partire dall’attività di movimenti sociali, Organizzazioni non governative, enti locali dell’Emilia-Romagna, animati da ideali di autonomia e impegnati a promuovere uno sviluppo equo anche al di là dell’Atlantico. Tale tradizione si è alimentata degli insegnamenti della teologia della liberazione di Leonardo Boff e della pedagogia emancipatrice di Paulo Freire, saldamente ancorata alla realtà, fondata sul dialogo, il cui obiettivo è l’emancipazione degli individui e la trasformazione della società.
Quest’anno la produzione di caffè speciali del Norte Pioneiro ha varcato i confini nazionali su invito di Itamaraty (il ministero degli Affari esteri brasiliano), partecipando alla Fiera internazionale Expo Cile, a Santiago del Cile.
Lo scorso luglio l’Ambasciata del Brasile a Santiago del Cile ha ospitato nel proprio stand i gruppi di produttori della regione, offrendo un’importante vetrina per valorizzare le produzioni dell’agricoltura famigliare e dare visibilità alla loro produzione di caffè di alta qualità e con certificazione di indicazione geografica.
Poco più di dieci anni fa, è stata fortemente ripresa la produzione di caffè, anche di ottima qualità, ma la partecipazione ai momenti formativi, al coordinamento con altre realtà del territorio e alle fiere era quasi esclusivamente maschile, quando, nella realtà dei fatti, chi si occupava di attività importanti nella filiera produttiva del caffè erano donne.
Mulheres do Cafè: “caffè speciale” e sviluppo umano delle donne
Abbiamo incontrato Cíntia Mara Lopes de Souza, economista domestica e produttrice agricola, che ci ha raccontato che dal 2013 in poi il Governo del Paraná ha intrapreso un percorso per sostenere la creazione e l’attuazione del progetto “Mulheres do Café do Norte Pioneiro”.
Cintia racconta che tradizionalmente le donne ricoprivano un ruolo molto importante nella produzione del caffè, ma non partecipavano ai processi di formazione e qualificazione, né alle riunioni tecniche, e allo stesso tempo cresceva, nella regione, la produzione di caffè speciale (caffè di alta qualità). Questo prodotto necessita soprattutto un cambiamento nel comportamento del produttore e non solo un cambiamento tecnologico, bensì la capacità di rafforzare le competenze che portava la componente femminile (formazione sulla cura della pianta, igiene, raccolta, etc).
Inizia così nel 2013 il progetto Mulheres do cafè, che mirava a sostenere la produzione della filiera del “caffè speciale”, e che prevedeva un complesso di azioni volte allo sviluppo umano delle donne coinvolte.
A partire da questo progetto, è stato possibile qualificare l’impiego femminile nell’area del caffè. Nasce così l’Associazione delle donne del caffè del Norte Pioneiro, alla quale partecipano donne provenienti da più di duecento famiglie della regione e dove hanno raggiunto alti livelli di produzione di qualità.
Il cambiamento culturale ha assunto una scala ben maggiore anche rispetto a quella della produzione. Molte donne hanno infatti iniziato a ricoprire ruoli più importanti all’interno delle varie istituzioni locali, associazioni e volontariato.
Anche nelle modalità di gestione del lavoro le donne hanno permesso di attivare modalità mutualistiche di assistenza, con un conseguente aumento del valore dei proventi derivanti dalla vendita delle loro produzioni.
Questo progetto rappresenta uno degli esempi di traduzione delle politiche e della pianificazione strategica sul territorio, con l’obiettivo di tradurre in pratica gli obiettivi dell’Agenda 2030.
Il Governo del Paraná rappresenta un caso particolarmente interessante, per il lavoro di ricerca svolto su indicatori volti a leggere l’attuazione, nella pratica delle politiche pubbliche, degli obiettivi dell’Agenda 2030.
Lo Stato del Paranà e l’Agenda 2030
Luciana Martins, coordinatrice del Centro progetti strategici del Governo del Paranà, racconta la “Strategia Paranà per sorvegliare l’implementazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDG)”. Nell’ambito della Strategia, il Governo dello Stato ha identificato 150 obiettivi applicabili allo Stato e ai suoi 399 Comuni.
Le attività di monitoraggio avvengono attraverso la BI SDG, una piattaforma che consente ai responsabili del Governo e alle altre parti interessate di monitorare in modo dinamico e localizzato l’evoluzione degli obiettivi così come degli indicatori scelti per misurare la traduzione degli SDG in pratiche, monitorate dall’Istituto Paranaense per lo Sviluppo economico e sociale (Ipardes). Gli indicatori includono indici di misurazione dello sviluppo socioeconomico (come il PIL pro capite e la percentuale di donne in posizioni manageriali).
Il progetto “Mulheres do cafè do Norte Pioneiro” ha identificato tra gli indicatori di qualità: parità di genere, attraverso metodologie operative esclusive per le donne, generazione di reddito, protagonismo, imprenditorialità e lotta alla violenza contro le donne; riduzione delle disuguaglianze, che coinvolgono anche le aree rurali attraverso l’aumento del reddito familire; lotta al cambiamento climatico, poiché vengono incoraggiate pratiche di produzione sostenibile e riduzione delle emissioni di carbonio.