Dall’1 gennaio all’8 dicembre 2024, l’osservatorio nazionale del movimento transfemminista Non una di meno (Nudm) ha registrato 93 femminicidi, oltre a 6 suicidi di donne, 1 suicidio di un uomo trans e 1 suicidio di un uomo gay indotti da violenza etero-cis-patriarcale, 1 donna scomparsa e 8 casi in fase di accertamento, per un totale di 110 casi. Si contano poi almeno 48 tentati femminicidi.
Quasi la metà dei femminicidi accertati (47,3%) è stata commessa dai partner, percentuale che sale all’87,1% considerando anche gli ex-partner e i familiari. In 12 casi il femminicida era stato denunciato o segnalato per violenza o stalking: il femminicidio rappresenta la punta dell’iceberg di una violenza spesso sommersa che assume molte forme. 44 minori sono rimasti orfani e orfane, e 9 di loro hanno assistito al femminicidio della madre.
In Unione Europea nel 2022 il tasso di donne uccise dal partner o da un familiare è stato di 0,43 per 100mila abitanti, con ai primi posti Lettonia (2,19) e Lituania (1,20). In numeri assoluti invece i Paesi con più femminicidi compiuti nella sfera privata sono stati Germania (198), Francia (139) e Italia (104). In totale sono 788 femminicidi per i Paesi per cui sono presenti dati.
A livello globale circa 85mila donne sono state uccise intenzionalmente nel 2023, di cui circa 51.100 (60%) dal partner o da un familiare: in media 140 ogni giorno, ovvero una donna uccisa ogni 10 minuti. Seppure le vittime di omicidio nel 2023 siano state di sesso maschile nell’80% dei casi, solo il 12% degli uomini è stato ucciso nella sfera privata.
Il tasso maggiore di donne uccise dal partner o da un familiare è stimato in Africa (2,9 su 100mila, in numeri assoluti 21.700), seguita da America (1,6, 8.300), Oceania (1,5, 300), Asia (0,8, 18.500) ed Europa (0,6, 2.300). Mente in America il tasso si è mantenuto stabile rispetto al 2010, in Europa è diminuito del 20%. Per Africa, Asia e Oceania non ci sono abbastanza dati per stabilire l’andamento.