“Un giorno storico, coronata una battaglia di oltre 15 anni” ha dichiarato Antonio Mumolo presidente dell’associazione Avvocato di strada, autore di una proposta di legge nazionale, per garantire l’assistenza sanitaria di base a chi vive in strada, depositata in Parlamento in tre legislature consecutive senza essere mai approvata.
Nel nostro Paese, fino ad oggi il diritto alla salute era garantito a tutti solamente sulla carta: nella realtà le cose erano ben diverse. Chi viveva in strada ed era privo di residenza anagrafica non poteva avere un medico di base e curarsi. “Un diritto fondamentale come quello alla salute – sottolinea Mumolo – veniva tolto a proprio alle persone più deboli, cadute in povertà”. E la riaffermazione della pienezza del diritto è tanto più fondamentale ora che, come mostrano le ultime indagini, crescono la povertà assoluta e, di conseguenza, il numero di persone e famiglie che rischiano di non riuscire a pagare l’affitto.
Due anni fa, in qualità di Consigliere Regionale dell’Emilia-Romagna, Mumolo era riuscito a far approvare in Emilia Romagna una legge regionale per garantire il medico di base ai senza fissa dimora. La medesima legge era poi stata approvata in altre cinque regioni: Puglia, Marche, Abruzzo, Liguria e Calabria.
Nell’attuale legislatura l’Onorevole Marco Furfaro, con l’appoggio di tante associazioni che si occupano di povertà e di quelle dei medici , ha ripresentato la legge che dopo l’approvazione alla Camera lo scorso giugno, all’unanimità, lo scorso 6 novembre è stata approvata in via definitiva anche al Senato. “Si corona così la battaglia di una vita, condivisa da tutte le associazioni che in Italia si occupano di estrema povertà e dalle associazioni dei medici – conclude Mumolo -. Garantire i diritti dei più deboli significa garantire i diritti di tutti. Ed è per questo che oggi chiunque in Italia dovrebbe essere felice, indipendentemente da come sia schierato politicamente o da cosa pensi delle persone povere”.