Nell’immagine satellitare si nota il muro di cemento con le torrette e i cortili recintati da gabbie. Il Cpr è stato commissariato da dicembre 2023, ma le condizioni di vita rimangono disumane secondo le organizzazioni civili. Le immagini satellitari esclusive eseguite da PlaceMarks mostrano i campi presenti in tutta Europa: soluzione per bloccare, respingere e confinare: marginalizzazione invece di pianificazione urbana.
In Italia vi sono dieci Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr): Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Torino, Milano, Ponte Galeria (Roma), Palazzo San Gervasio (Potenza), Bari, Restinco (Brindisi), Caltanissetta, Trapani e Macomer (Nuoro). La capienza ufficiale sarebbe di 1.359 posti, quella effettiva è di 701 (a marzo 2023), a causa delle numerose proteste dei detenuti che hanno reso inagibili alcune aree e hanno portato alla chiusura temporanea dei Cpr di Torino e Trapani.
Secondo il report più recente dell’Asylum information database (Aida) per l’Italia, nel 2022 6.383 persone sono state trattenute nei Cpr e 3.154 (49%) sono state effettivamente rimpatriate. La nazionalità tunisina rappresenta il 51% delle persone detenute e il 71% di quelle rimpatriate. Altri Paesi di provenienza sono Marocco, Algeria, Egitto, Nigeria, Gambia. La durata massima della detenzione è aumentata da 30 giorni nel 1998 a 18 mesi nel 2023.
Il rapporto “Dietro le mura” della campagna LasciateCIEntrare ha contato 42 persone morte nei Cpr dal 1998 al 2022. Le cause più frequenti di morte sono suicidio (12 casi), arresto cardiaco (7), ustioni e bruciature (6), overdose di psicofarmaci (4) e ritardo nell’assistenza sanitaria (4). Nonostante l’incidenza di suicidi e atti autolesionistici, il sostegno psicologico concesso a ogni detenuto è di soli 9 minuti settimanali, oltre a 9 minuti di assistenza legale, 9 minuti di assistenza sociale e 28 minuti di mediazione linguistica.
Secondo il rapporto “Trattenuti” di ActionAid e Università di Bari, nel periodo 2018-2021 i Cpr sono costati quasi 53 milioni di euro, ovvero un milione e mezzo di euro per anno per centro e 21mila euro per anno per posto. Il 72% del costo totale è stato erogato agli enti gestori, cooperative e multinazionali private. I costi di manutenzione straordinaria costituiscono il 62% del totale dei costi di manutenzione e aumentano con il crescere del tempo di detenzione.