La città fantasma di Chuquicamata, costruita come campo minerario, è ormai definitivamente abbandonata dal 2008, lentamente sepolta dai cumuli di detriti, polveri e gas di una delle miniere di rame a cielo aperto più grandi al Mondo, La miniera continua ad espandersi, 100 chilogrammi di terreno per ogni chilogrammo di rame da estrarre.
La Codelco, il colosso che gestisce la miniera, è tra i primi produttori di rame al Mondo. Avendo quasi esaurito la capacità produttiva come miniera a cielo aperto, nel 2012 aveva già iniziato i lavori di costruzione di una nuova miniera sotterranea, che arriverà a produrre circa 140mila tonnellate al giorno di minerale.
Da un lato una città senza vita e le preoccupanti condizioni di salute della popolazione: lavoratori costretti a trasferirsi nella città di Calama a 17 km di distanza. La zona della miniera era così inquinata da essere considerata non sicura per l’abitazione umana. La principale causa di morte è il cancro e si contano più di 2mila casi di malattie respiratorie durante l’inverno, per non parlare degli effetti dell’arsenico respirato, che si manifestano spesso anche a distanza di anni. Dall’altro lato un’azienda competitiva che, nonostante abbia toccato il minimo di produzione degli ultimi venticinque anni, punta nella seconda metà del 2024 a produrre fino ai 1,390 milioni di tonnellate di rame, un obiettivo che supererebbe la produzione di1,325 milioni di tonnellate del 2023. A settembre nuovi investimenti per 6 miliardi di dollari in progetti di ammodernamento delle sue miniere e l’impegno di raggiungere una matrice energetica pulita al 100% entro il 2030 grazie a veicoli elettrici a zero emissioni.