Rispetto alle droghe d’abuso tradizionali, le Nuove sostanze psicoattive (Nsp) sono più economiche, più facili da acquistare e spesso il loro non-regolamento le rende molto attraenti, soprattutto tra i più giovani. Basta un solo click per trasformare gli adolescenti in vere e proprie cavie da laboratorio per questi nuovi prodotti.
Secondo l’European Union Drugs Agency (EUDA) le stime nazionali relative al consumo lo scorso anno di NSP tra i giovani di età compresa tra 15 e 34 anni vanno dallo 0,1% in Lettonia e Norvegia al 5,1% in Romania. “Nel nostro paese i sequestri di NSP sono in aumento come in tutta Europa – afferma Matteo Marti, PhD. Professore associato di medicina legale, direttore del Laboratorio di tossicologia forense (Università di Ferrara) e Centro collaborativo del Dipartimento delle Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Danni diretti e indiretti
Oltre alle intossicazioni acute, quindi danni cardiovascolari, respiratori e talvolta anche neurologici, che richiedono un rapido intervento nei reparti di emergenza, queste sostanze provocano anche danni più profondi nella popolazione, soprattutto nei più giovani. “Gli effetti che si instaurano più subdolamente nel tempo – spiega Marti– sono soprattutto di natura psichiatrica, e sono in grande aumento tra i giovani. L’utilizzo abituale di cannabinoidi crea alterazioni neuroplastiche che rimangono nel tempo. Le Nsp, come d’altronde anche le droghe classiche, possono alterare il neurosviluppo cognitivo dei ragazzi che prevede la maturazione cerebrale completa solo attorno ai 21-22 anni di età.”
Fino a quell’età il cervello sviluppa funzionalmente tutte le sue aree, ognuna in maniera diversa per ciascuno di noi a seconda della propria esperienza di vita e ai diversi segnali e impulsi che riceviamo. L’utilizzo di sostanze, soprattutto in questa fase delicata della vita, altera questi segnali e di conseguenza provoca alterazioni strutturali che influiscono nello sviluppo cerebrale andando a disregolare le connessioni sinaptiche delle varie aree e provocando una diversa maturazione del connettoma, una delle cause dirette di diversi disturbi psichici.
Senza dimenticare i cosiddetti danni secondari, che dipendono indirettamente dall’utilizzo di queste sostanze. Molte di queste sostanze provocano infatti alterazioni sensori motorie, anche a bassi dosaggi, che possono causare problemi alla guida di autoveicoli o durante lo svolgimento di lavori a rischio. “Inoltre – afferma Marti – , i nostri studi evidenziano un potenziale genotossico di queste sostanze che quindi potrebbero indurre mutazioni nel DNA e potenziale cancerogenesi nei consumatori, effetti che i giovani sottostimano.”
Dagli USA arriva l’allarme con 100mila morti all’anno per overdose da oppioidi.
Ampliando lo sguardo su questo fenomeno globale preoccupante è l’allarme che arriva dagli USA, dove gli oppioidi sintetici sono arrivati a provocare circa 100mila morti l’anno.
Più conosciuto di tutti per il suo successo nei media, è il caso del fentanyl, erroneamente conosciuto alla cronaca come la “droga degli zombie”. “Per quanto riguarda il fentany -precisa Marti – bisogna sapere che il fentanyl in quanto tale costituisce un farmaco analgesico molto potente ed utile nella cura del dolore associato a molte patologie. L’effetto zombie che vediamo in TV è il risultato della sua assunzione insieme alla xilazina, un anestetico veterinario.”Ma l’allarme relativo agli oppioidi sintetici sta arrivando anche in Europa e in Italia. L’Italia, come molti altri Paesi, partecipa alla Global Coalition to Address Synthetic Drug Threats, un’iniziativa internazionale guidata dagli Stati Uniti per combattere le minacce poste dalle droghe sintetiche, come il fentanyl. “Inoltre, –conclude Marti (esperto per l’Italia in questa Coalizione) – per far fronte in maniera preventiva a questa problematica, il Dipartimento delle Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha presentato un Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio del fentanyl e di oppioidi sintetici proprio lo scorso marzo.”