La “cittadinanza” ai cittadini stranieri del nostro Paese spiegata bene. Un percorso complesso, oneroso e pieno di difficoltà (2) Ius solis o ius sanguinis, ogni Paese europeo interpreta l’integrazione in modo diverso. I dati del nostro Paese e dell’EU

La “cittadinanza” ai cittadini stranieri del nostro Paese spiegata bene. Un percorso complesso, oneroso e pieno di difficoltà (2)

Ius solis o ius sanguinis, ogni Paese europeo interpreta l’integrazione in modo diverso. I dati del nostro Paese e dell’EU

Il dibattito sulla cittadinanza da attribuire ai cittadini stranieri residenti nel nostro Paese che si è riacceso negli ultimi tempi contempla posizioni diverse sull’identità nazionale e sul diritto di sangue o di appartenenza a un Paese per nascita o residenza. 

Solamente negli USA c’è lo ius sanguinis “ puro”. Regole diverse in ogni Paese UE

In Paesi come gli USA, lo ius soli è un modo importante con cui le persone che sono nate lì ottengono la cittadinanza   Con lo ius soli,  i figli degli immigrati sono integrati come membri alla nascita e si evita che le persone nate e cresciute nello  Stato  rimangano cittadini stranieri con diritti limitati di soggiorno, di partecipazione politica e opportunità. 

In Europa non è contemplato lo ius soli “puro” come avviene negli USA. La legislazione sulla naturalizzazione varia a seconda degli Stati: alcuni Stati applicano lo ius sanguinis e lo ius soli condizionato in varie forme.

In Belgio è stato introdotto nel 1991 lo ius soli temperato per le seconde generazioni che ha reso automatica la nazionalità per i bambini nati nel Paese da genitori stranieri.n 

In Francia la nazionalità è attribuita automaticamente alla nascita se almeno uno dei due genitori è francese (Ius sanguinis) o, per Ius soli, se almeno uno dei due genitori è francese e se il bambino è nato in Francia. Secondo il principio dello Ius soli, la nazionalità francese viene attribuita a chi è nato in Francia da genitori stranieri, risiede nel Paese ed è stato residente per almeno cinque anni dopo gli undici anni e che ne fa espressa richiesta prima del raggiungimento della maggiore età.

in Germania una recente modifica della legge sulla naturalizzazione  mira a modernizzare e accelerare il processo di integrazione ed è entrata in vigore lo scorso giugno . Si applica principalmente il diritto di sangue, anche se possono diventare cittadini tedeschi i figli di genitori extracomunitari se almeno uno dei due genitori sia in possesso da tre anni di un permesso di soggiorno permanente e viva in Germania da almeno cinque anni (invece dei precedenti otto anni). Le persone che hanno una buona padronanza della lingua tedesca e dimostrano una forte integrazione nella società possono ottenere la cittadinanza tedesca dopo soli tre anni di residenza e inoltre ora è possibile mantenere più di una cittadinanza. La riforma tedesca impatta in modo favorevole i minori che diventano automaticamente cittadini se il genitore è stato naturalizzato.

 Nel Regno Unito non sempre la nascita comporta automaticamente l’ottenimento della cittadinanza britannica, spesso dipende dalla data di nascita e dallo stato dei  genitori al momento della nascita. 

In Gran Bretagna si applica automaticamente lo ius soli per le persone nate nel Paese dal gennaio 1983 e ottobre 2000 e se almeno uno dei due genitori è cittadino britannico o irlandese o di un Paese Ue e residente, e nel caso sia il padre al momento della nascita deve essere legalmente sposato alla madre.  

Si acquisisce automaticamente la cittadinanza se almeno uno dei genitori ha un permesso di soggiorno indefinito. 

Un adulto può richiedere la naturalizzazione come cittadino britannico se ha vissuto legalmente nel Regno Unito per cinque anni e ha un permesso di soggiorno indefinito da almeno un anno. 

I richiedenti devono dimostrare di essere di “buon carattere” che significa non aver commesso reati gravi o frodi in materia di immigrazione e superare il test di lingua e ’Vita in Gran Bretagna’.

In Spagna è vigore lo Ius sanguinis e la naturalizzazione è possibile dopo dieci anni di residenza legale e continuata con riduzione a cinque anni per le persone che hanno ottenuto lo status di rifugiato, due anni per i cittadini dei Paesi ispano-americani, di Andorra, Filippine, Guinea Equatoriale, Portogallo e per i sefarditi, e un anno per gli stranieri nati sul territorio spagnolo.

Nei Paesi Bassi i minori stranieri possono acquisire la cittadinanza al compimento dei 18 anni se sono residenti per almeno cinque anni in modo continuativo e legale oppure se almeno un genitore risiede stabilmente nei Paesi Bassi.

Infine, in Paesi come la Polonia e l’Ungheria vige lo ius sanguinis e la legislazione sulla cittadinanza è piuttosto restrittiva con requisiti stringenti per limitare l’accesso alla cittadinanza ai residenti stranieri.

1 milione i cittadini naturalizzati in Europa con l’Italia al primo posto per nuove cittadinanze

Secondo gli ultimi dati di Eurostat nel 2022 sono stati 1 milione le persone che hanno ottenuto la cittadinanza di un Paese europeo di residenza con un aumento di circa il 20% rispetto al 2021.

La maggior parte delle nuove cittadinanze sono state concesse dall’Italia (213.700; il 22% del totale Ue) seguita da Spagna (181.800; 18% del totale UE) e Germania (166.600; 17%) hanno concesso il secondo e il terzo numero più alto di nuove cittadinanze.

(©Fondazione ISMU ETS)

Fondazione ISMU ETS evidenzia che i cittadini con background migratorio che hanno acquisito la cittadinanza italiana sono il 76% in più rispetto al 2021, quando erano diventate italiane 121.500 persone. Nel 2022 è divenuto italiano il 4,3% dei residenti con cittadinanza non italiana (Cni) a fronte di una media del 2,6% per l’intera UE27. 

I Paesi di origine sono l’Albania (38mila), Marocco (31mila), Romania (16mila), Brasile (11mila), seguito da India, Bangladesh e Pakistan, che complessivamente hanno registrato 20mila nuove acquisizioni di cittadinanza italiana. Le nuove cittadinanze sono state accordate a bambini e ragazzi di età tra 0 e 19 anni per il 37% provenienti da Pakistan (44%), Bangladesh (42%), Egitto (41%) e Marocco (39%). Le percentuali più basse si riscontrano tra i brasiliani (5%), gli argentini (7%) e gli ucraini (10%).Nonostante da questi dati risulti che in Italia il numero di naturalizzazioni sia elevato come afferma nell’intervista Fioralba Duma, Segretaria e Tesoriera del Movimento Italiani senza cittadinanza, il percorso per ottenere la cittadinanza italiana non è semplice e richiede dei tempi lunghi.

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