Oggi nel Mondo ci sono circa due miliardi di condizionatori, distribuiti in maniera diseguale rispetto ai Paesi che più ne avrebbero bisogno. Negli Stati Uniti e in Giappone il 90% delle famiglie possiede un impianto di aria condizionata, contro il 20% circa in India e in Indonesia e il 5% in Africa subsahariana (in Italia il 48,8%). Solo una su dieci delle 2,8 miliardi di persone che vivono nelle zone più calde del Pianeta ha accesso all’aria condizionata.
Dal 1990 al 2022, per mantenere in funzione i condizionatori il consumo di energia elettrica è triplicato, e così pure le emissioni, che hanno raggiunto la soglia di un miliardo di tonnellate di anidride carbonica. Nel 2022 l’aria condizionata ha assorbito il 7% della domanda globale di elettricità e ha contribuito al 2,7% delle emissioni di anidride carbonica o, più esattamente, al 3,2% delle emissioni totali di gas serra (tenendo in considerazione anche le perdite di gas refrigeranti).
L’International Energy Agency prevede che la domanda di energia per l’aria condizionata triplicherà e le emissioni di anidride carbonica raddoppieranno entro il 2050. Due terzi delle abitazioni del Mondo potrebbero avere un condizionatore e Cina, India e Indonesia costituiranno insieme la metà del numero totale. Aumentando l’efficienza dei condizionatori comprati, si potrebbe ridurre la domanda extra di energia del 45% e, assieme alla decarbonizzazione della produzione di energia, diminuire le emissioni di anidride carbonica a 150 milioni di tonnellate.
In un Mondo in cui la frequenza delle ondate di calore è destinata ad aumentare, l’aria condizionata è sempre più indispensabile: nel 2019 ha evitato più di 195mila morti premature. Tuttavia, oltre ad aumentare l’efficienza e l’accessibilità dei condizionatori e la quota di energie rinnovabili, è necessario anche intervenire nella pianificazione urbana e nella costruzione degli edifici.