Bagni al mare in sicurezza, almeno per quest’anno e lontano dalle foci dei fiumi e dei corsi d’acqua. Lo certificano le analisi della campagna di Legambiente Goletta verde e Goletta dei laghi 2024. E lo confermano i dati della European Environment Agency (EEA) relativi al 2023, che ha allargato il campo di indagine a tutti i Paesi dell’Unione, che per la grande maggioranza dei casi riportano valutazioni “eccellenti”.
A preoccupare l’associazione ambientalista è però la tendenza al peggioramento che si registra nel nostro Paese: purtroppo, lo stato di salute dei mari e laghi esaminati e giudicati “oltre il limite” per i livelli di inquinamento sono in costante crescita e la salute delle acque è sempre più a rischio, soprattutto a causa di plastica, rifiuti non depurati, comportamenti illegali ed ecomafie. Analogamente, sebbene la maggior parte delle acque balneabili europee siano classificate in condizioni eccellenti per la balneazione relativamente ai parametri presi in considerazione (Escherichia coli ed enterococchi intestinali), l’Agenzia europea segnala che l’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee rimane significativo e potrebbe essere esacerbato dal cambiamento climatico.
Ottima qualità per la balneazione
In Europa, in oltre otto casi su dieci (85%) le acque balneari sono state valutate come “eccellenti” dall’EEA. Si tratta di una valutazione sulla sicurezza per i bagnanti rispetto alla presenza di possibili batteri, e non sulla qualità generale delle acque. In questo contesto, la qualità dell’acqua costiera è migliore rispetto alle acque interne, con particolare eccellenza per Grecia, Croazia, Cipro e Austria. Ma c’è di più: la quasi totalità delle acque di balneazione ha comunque raggiunto un livello di qualità “sufficiente” (95%).
Per quanto riguarda l’Italia, oltre ad avere un’alta qualità dell’acqua potabile del rubinetto, anche la situazione delle acque balneabili è positiva con la quasi totalità dei siti esaminati risultati “eccellenti” (90,3%) o “buoni” (5,7%).
Purtroppo, non va altrettanto bene per i nostri mari e fiumi.
Situazione critica in quasi quattro siti su dieci
Da anni Goletta verde e Goletta dei laghi tengono monitorata la qualità delle nostre acque, denunciando in particolare la cattiva depurazione: in Italia, infatti, una persona su quattro (25% della popolazione) non è servita da un adeguato servizio di depurazione e questi scarichi finiscono nei mari.
Nell’estate 2024 sono emerse diverse minacce: cattiva depurazione, scarichi abusivi, inquinamento e crisi climatica, soprattutto con le piogge intense che mettono sotto pressione i sistemi di depurazione.
Sul totale dei siti esaminati (394) tra giugno e inizio agosto in diciannove Regioni, quasi quattro su dieci (36%) è giudicato “oltre il limite”, di cui 101 addirittura “fortemente inquinati”. Per il mare, ogni 76 km di costa si registra un punto inquinato e sono particolarmente critiche zone quali le foci dei fiumi, i canali e i corsi d’acqua che finiscono in mare o nei laghi: oltre la metà (59%) dei prelievi presso le foci è “oltre il limite”.
Investire sui sistemi di depurazione e sulle rinnovabili
In primis, spicca il bilancio preoccupante dato dall’emergenza climatica: dalla siccità agli eventi estremi, ma anche la tropicalizzazione del Mediterraneo, in particolare l’Adriatico, e l’invasione di specie aliene come il granchio blu.
Il repentino passaggio dalla forte siccità del Centro-Nord degli ultimi due anni alle abbondanti piogge di quest’anno ha messo in crisi gli impianti di depurazione, rendendo fiumi e canali d’acqua un pericoloso veicolo di inquinamento.
Il nostro Paese, oltretutto, ha già pagato sanzioni per oltre 142 milioni di euro. Sull’Italia pesano infatti quattro procedure di infrazione per la mancata conformità alla Direttiva acque reflue 91/271/CEE, con la prima del 2004 arrivata anche alla sanzione pecuniaria. Tali norme sono state inoltre recentemente rafforzate, prevedendo in particolare un migliore monitoraggio degli inquinanti chimici, comprese le PFAS, maggiori finanziamenti per i trattamenti sui micro-inquinanti e un crescente riutilizzo delle acque reflue urbane per contrastare la scarsità idrica.