È di pochi giorni fa la decisione della Commissione europea di emettere una procedura d’infrazione a carico dell’Italia per non aver recepito pienamente e correttamente la direttiva sulla plastica monouso e aver violato le norme sulla trasparenza del mercato unico. Eppure, anche gli studi più recenti confermano l’urgenza del problema: tracce di microplastiche sono state infatti rinvenute nei testicoli umani e animali, a riprova della loro ormai pervasiva presenza e dei danni potenziali alla salute, oltre che all’ambiente.
Lo studio è stato pubblicato su Toxological Science e, nonostante le conseguenze a lungo termine siano ancora da approfondire, è chiaro che potenziali effetti nocivi sulla salute e sul sistema riproduttivo, quindi anche su neonati che non hanno ancora avuto contatti con la plastica in quanto tale, sono dietro l’angolo.
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Dobbiamo anzitutto diminuire la quantità di rifiuti. La direttiva europea, per il cui mancato rispetto il nostro Paese ha subito la procedura d’infrazione, era stata approvata proprio per cercare di ridurre l’impatto del packaging sull’ambiente e sulla salute umana e promuovere un’economia circolare, nonostante le numerose deroghe concesse. Ad esempio introduce alcuni divieti per la plastica monouso, mette al bando piatti e bicchieri monouso nei locali e i flaconcini come sapone e shampoo usati negli alberghi.
Ma non solo: dall’altro lato, infatti, è fondamentale intervenire anche per un pieno riciclo dei rifiuti già esistenti sottraendoli così dall’ambiente, come dimostra il recente conferimento del premio ASviS a una tecnologia per il riutilizzo dei prodotti plastici.
Il tema è dunque quantomai urgente. La Food and Agriculture Organization (FAO) aveva già documentato la presenza di questi materiali negli alimenti, ad esempio frutta, verdura e pesce, che sono tra i principali veicoli di microplastiche al nostro organismo. A ciò si aggiunge la massiccia presenza nell’ambiente esterno: un mix che porta la plastica a tutti i nostri organi e tessuti, nonché ai vasi sanguigni e da qui fino alla placenta.