Plastica riciclabile: il premio ASviS per la “Giusta Transizione” assegnato alla tecnologia MoReTec che produce un olio come la nafta usando rifiuti Ideata al Centro Ricerche “G.Natta” di Ferrara sarà però sviluppata all’estero

Plastica riciclabile: il premio ASviS per la “Giusta Transizione” assegnato alla tecnologia MoReTec che produce un olio come la nafta usando rifiuti

Ideata al Centro Ricerche “G.Natta” di Ferrara sarà però sviluppata all’estero

Quest’anno il  premio “Giusta transizione” di ASviS ( Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile) è stato assegnato  al processo MoReTec (Molecular Recycling Technology ) di Lyondellbasell sviluppato a Ferrara,  una tecnologia di riciclo chimico avanzato in grado di riciclare rifiuti plastici non riciclabili meccanicamente.

Il premio, giunto alla quinta edizione e assegnato nel corso del Festival  ASvis, “…è dedicato a chi si impegna per trasformare la società, con progetti e azioni attente all’ambiente e alle persone”.

Il riciclo chimico delle plastiche

Il Consiglio Europeo dell’Industrie Chimiche (CEFIC) stabilisce che esistono le seguenti tre tecnologie di riciclo chimico dei rifiuti plastici:

1) da rifiuto di plastica a polimero: questo processo consiste nell’estrarre dai rifiuti il polimero sciogliendo i rifiuti plastici selezionati con un solvente e/o calore separando così gli additivi;  il polimero così estratto può essere lavorato con nuovi additivi per produrre nuove materie plastiche;

2) da rifiuto di plastica a monomero: questo processo scompone, tramite reazioni chimiche,  i rifiuti plastici in monomeri  che possono poi essere utilizzati per produrre nuovi polimeri ;

 3) da rifiuto di plastica a materie prime:   questo processo   trasforma i rifiuti plastici in un olio (una miscela di idrocarburi)  paragonabile alla virgin nafta che si ottiene dalla raffinazione del petrolio.

(©Cefic, MoReTec, LyondellBasell)

 Il processo sviluppato al Centro Ricerche Natta di Ferrara fa parte dì quest’ultima categoria e si basa su un processo termocatalitico che utilizza dei catalizzatori per realizzare una reazione di pirolisi, ossia un trattamento a 400-500 °C in assenza di ossigeno per produrre dei prodotti liquidi, successivamente  trasformati in un olio simile alla virgin nafta per inviarlo ad un impianto (steam-cracker) per ottenere etilene e propilene. 

La petrolchimica quindi non partirebbe più (solo) dal petrolio ma anche dal rifiuto plastico che diventerebbe a tutti gli effetti una “fonte rinnovabile”: si pensi che in una città come Roma vengono prodotti ogni giorno circa 1500 tonnellate di rifiuti plastici! 

La tecnologia non sarà applicata in Italia

Il paradosso è che l’industrializzazione della tecnologia MoReTec verrà dirottata altrove, mentre qui in Italia il futuro della chimica e la cosiddetta transizione  nel nostro Paese verranno affidati a “semplici” progetti di…bonus facciata

Il problema è che l’impianto del cracker di Porto Marghera, che dovrebbe lavorare dell’ olio pirolitico prodotto da tecnologie come quella premiata, è stato chiuso. Così il percorso per il riciclo molecolare della plastica a Ferrara e in Italia  è di fatto interrotto. 

Senza un impianto strategico come quello di Porto Marghera o di una sua sempre auspicata alternativa più eco sostenibile (p.es. elettrocracking di ultima generazione), l’industrializzazione della tecnologia MoReTec  non è possibile

Così, anche questo ulteriore riconoscimento alla capacità di ricerca nazionale non sarà sufficiente a produrre ricadute concrete sul petrolchimico cittadino che dovrà “accontentarsi” di un rilancio affidato alla riduzione del prelievo delle acque dal Po, sicuramente necessario, ma non certamente sufficiente per sostenere e difendere il rilancio di un’area strategica per la chimica nazionale per il futuro della ricerca sulla sostenibilità.

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