Libera, il Comitato internazionale per la protezione delle Alpi (Cipra Italia), Mountain Wilderness Italia, Legambiente, il Club alpino italiano (Cai) sono tra le associazioni che si stanno mobilitando per ottenere maggiore trasparenza in vista delle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026. Ma a farlo sono anche e soprattutto le comunità del territorio: “sono loro i veri protagonisti di questa richiesta, perché questa è casa loro. Ma i Giochi sono di tutti e chiunque ha il diritto di sapere che cosa sta accadendo” ha commentato Don Ciotti, presidente di Libera.
Pochi giorni fa ha infatti preso il via la campagna di monitoraggio Open Olympics 2026: Vogliamo i Giochi invernali Milano-Cortina trasparenti, legali, rendicontabili, promossa da una rete di venti associazioni con lo scopo di ottenere certezze sull’uso responsabile delle risorse “al fine di valutarne adeguatamente l’impatto sulle nostre vite e sull’ambiente e assicurarci che nessuna di queste risorse si disperda in opacità o inefficienza, scoraggiando qualunque volontà di infiltrazione criminale, di stampo mafioso o corruttivo, e garantendo che vengano evitate spese inutili.”
Costi stimati oltre i cinque miliardi e incognite sui lavori
Il report dell’iniziativa presenta un “proto-monitoraggio”, condotto in forme rigorose ma artigianali a causa della denunciata mancanza di trasparenza, con l’obiettivo principale di “far suonare un allarme” attorno alla mole di risorse in gioco. Era chiaro già da tempo che i grandi eventi di questo tipo non sono più sostenibili e andrebbero ripensati: l’opacità sui dati non fa che rafforzare la necessità non solo di maggiore trasparenza, ma anche di salvaguardare il bene comune di fronte alle sfide del cambiamento climatico.
I costi stimati dalle associazioni superano i 5 miliardi e 720 milioni di euro, di cui circa un quinto (1 miliardo e 600 milioni) destinato alla Fondazione Milano Cortina 2026 e il restante importo (oltre 5 miliardi e 720 milioni di euro) per le opere connesse.
Il 68% delle opere riguarderà opere stradali, ma non esiste un elenco unico istituzionale in cui ci sia chiarezza su cosa e come sarà realizzato, chi ne sono i responsabili, il perché della realizzazione delle opere (in quanto le associazioni non sono state ammesse al prendere parte alla decisione pubblica) e quando saranno pronte. Inoltre, molte opere saranno in subappalto aumentando la difficoltà di reperimento dei dati.
Resta infine la grande incognita delle spese post evento, dato che mancano anche piani di gestione di lungo periodo.
Un portale unico della trasparenza
Le associazioni chiedono perciò la creazione di un portale unico della trasparenza, così da poter monitorare l’impatto economico e sul territorio del Giochi: per realizzarlo, basterebbe lo 0,01% del budget destinato alle opere.
L’appello è rivolto a tutte le istituzioni coinvolte, in particolare al Comitato olimpico internazionale (Cio) affinché se ne faccia portavoce presso la Fondazione Milano Cortina 2026, la società infrastrutture (Simico Spa) e le stazioni appaltanti, nonché ovviamente il Ministero dello sport e il Governo.
Simico Spa ha però già replicato con un comunicato stampa, in cui sottolinea come il Piano degli interventi sia stato approvato dal Governo e che l’elenco di opere e finanziamenti è disponibile online. A giudizio della società, le affermazioni delle associazioni sono diffamatorie e false.