Avevamo già segnalato che nei mesi successivi agli accordi finali della ventottesima Conferenza annuale delle Nazioni unite sul clima (COP28) sarebbe stato necessario verificare quanto si sarebbe effettivamente realizzato delle deliberazioni faticosamente raggiunte a Dubai alla fine di dicembre del 2023. Si era stati sull’orlo della rottura, e l’inequivocabile phase out – “uscita” – dalle fonti fossili non era stata approvata. L’impegno, piuttosto generico, preso su questo punto fondamentale recita: “ora tutti i governi e le imprese devono trasformare senza indugio questi impegni in risultati di economia reale.”
Alla fine di marzo, Agenda17 ha organizzato insieme al Centro di ateneo per la cooperazione e lo sviluppo sostenibile un primo incontro con i docenti che erano presenti a Dubai per l’Università di Ferrara. È stata la prima occasione di confronto pubblico su alcuni dei temi principali della Conferenza sul clima.
La registrazione video dell’in incontro è ora disponibile
Francesco Nicolli del Dipartimento di economia e management ha aperto i lavori partendo da opportunità e limiti del fondo loss and Damage, che è stato uno dei punti su cui è stato più difficile trovare un accordo a Dubai.
Paolo Ciavola del Dipartimento di fisica e scienze della Terra ha affrontato il tema dei rischi costieri legati al cambiamento climatico. La sfida, che è stata al centro anche di polemiche a COP28, riguarda sia i territori insulari sia le megalopoli costiere. Basti pensare ai territori a noi vicini, alla costa adriatica e a Venezia.
Carmela Vaccaro del Dipartimento di scienze dell’ambiente e della prevenzione ha analizzato dati e scenari del passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili e delle ricadute socio ambientali dei piani di approvvigionamento delle materie prime critiche.
Con Asia Guerreschi, del Dipartimento di economia e management, il focus si è spostato sull’ Economia circolare e sulle prospettive future del (Gender) Global Stocktake.
Ecoansia e decrescita sono i temi di futuri approfondimenti
Due sono i temi emersi con particolare significatività nel corso del dibattito a cui hanno vivacemente partecipato numerosi studenti e cittadini.
Da un lato, soprattutto i giovani studenti hanno sottolineato l’ansia generata da una crisi climatica che appare ormai fuori controllo. È il fenomeno noto e studiato della “eco- ansia”che può portare a un paralizzante diniego come automatismo difensivo dalla paura del disastro.
Dall’altro è stata sottolineata con forza la necessità che le compensazioni economiche per i Paesi del Sud del Mondo, uno dei temi centrali della Conferenza che sempre più deve fare i conti con il tema della”giustizia climatica”, non avvenga nel segno di uno sviluppo trainato da una crescita illimitata. Un tema difficilissimo, soprattutto per i Paesi che sono “rimasti indietro” nello sviluppo e ora non possono accettare una generica prospettiva di “decrescita”, chiamando quindi in causa un’idea forte di “economia circolare”.
Sono problemi su cui tornare in prossimi incontri. Sul tema delle opinioni e dei comportamenti degli studenti, ha annunciato il sociologo Alfredo Alietti, uno degli organizzatori dell’incontro, è in corso un’ampia indagine i cui risultati saranno a breve disponibili. Mentre sul tema dell’economia circolare molti elementi e spunti di riflessione potranno venire dalle importanti ricerche in corso nell’Ateneo.