Obesità in crescita: più di un miliardo di persone nel Mondo. Il fenomeno preoccupa anche l’Italia I dati di The Lancet e dell’Istituto superiore di sanità e un Piano internazionale per affrontarla. Intervista a Vincenzo Brandolini, già docente di chimica degli alimenti Unife

Obesità in crescita: più di un miliardo di persone nel Mondo. Il fenomeno preoccupa anche l’Italia

I dati di The Lancet e dell’Istituto superiore di sanità e un Piano internazionale per affrontarla. Intervista a Vincenzo Brandolini, già docente di chimica degli alimenti Unife

Continuano ad allarmare i dati crescenti dell’obesità a livello mondiale. È quanto emerge da un recente paper pubblicato su The Lancet, che offre un focus su tendenze globali di sottopeso e obesità nel periodo 1990-2022. Il lavoro è frutto di un’analisi aggregata di 3663 studi rappresentativi della popolazione con 222 milioni di bambini, adolescenti e adulti. I dati sono stati raccolti e analizzati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e diffusi anche attraverso l’Osservatorio globale della salute.

Anche il nostro Paese, affermano i dati delle indagini dell’Istituto superiore di sanità (Iss), si trova in una situazione che richiede di prestare grande attenzione. 

Lo studio condotto a livello mondiale dichiara che nel 2022 il numero di persone obese oltrepassa il miliardo: ciò significa che un individuo su otto nel Mondo vive in condizione di obesità. Siamo di fronte a una forma di malnutrizione più che raddoppiata dal 1990 negli adulti e quadruplicata tra i bambini e gli adolescenti (dai 5 ai 19 anni di età). Non è solo l’obesità l’unico problema, ma anche il sovrappeso, che colpisce il 43% della popolazione adulta mondiale.

Secondo quanto afferma Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms: “Questo nuovo studio evidenzia l’importanza di prevenire e gestire l’obesità dalla prima infanzia all’età adulta, attraverso la dieta, l’attività fisica e cure adeguate, se necessario. Tornare in carreggiata per raggiungere gli obiettivi globali e per frenare l’obesità richiederà il lavoro dei Governi e delle comunità, supportato da politiche basate sull’evidenza da parte dell’Oms e delle agenzie nazionali di salute pubblica. È importante sottolineare che richiede la cooperazione del settore privato, che deve essere responsabile degli impatti sulla salute dei loro prodotti.”

In Italia la situazione per la popolazione infantile è tra le peggiori d’Europa

In Italia, nel 2016-17, si è registrato che il 45,9% degli adulti e circa un terzo dei bambini erano obesi o in sovrappeso. Nel 2022 lo studio condotto dall’Health Behaviour in School-aged Children  (HBSC) “Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi di età scolare”, su un campione di studenti italiani di 11, 13 e 15 anni, sulla base di quanto auto-dichiarato, ha evidenziato che il 18,2% dei ragazzi 11-17 anni era in sovrappeso e il 4,4% obeso. La ricerca è uno studio multicentrico internazionale svolto in collaborazione con l’Ufficio regionale per l’Europa dell’Oms e da essa emerge che l’eccesso ponderale nei 17enni era pari al 19,3% (15,9% sovrappeso e 3,9% obesità) ed era sensibilmente maggiore nei maschi (maschi sovrappeso e obesi: 19,8% e 3,9% vs femmine: 11,7% e 2,8%).

Anche dallo studio di Epicentro dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sul sovrappeso e obesità nella popolazione adulta emergono dati allarmanti uniti alla convinzione che l’eccesso ponderale favorisca l’insorgenza di numerose patologie, con possibile aggravio di quelle già preesistenti, riducendo la durata della vita e peggiorandone la qualità. 

(ⓒepicentro.iss)

Dal quadro si evince anche che l’Italia è tra i Paesi europei con la maggior prevalenza di sovrappeso e obesità per quanto concerne la popolazione infantile. Alimentazione scorretta e scarsa attività fisica, seppur legati a comportamenti individuali, possono subire altresì forti influenze da condizioni socio-economiche e culturali del contesto in cui si vive.

Sul tema abbiamo intervistato Vincenzo Brandolini, già docente di Chimica degli alimenti dell’Università di Ferrara.

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Vincenzo Brandolini, già docente di chimica degli alimenti Unife (© Vincenzo Brandolini)

Obesità e denutrizione. Si può dire che siano due facce d’una stessa medaglia?

“Quando si parla di obesità e di denutrizione si è davanti a due facce della stessa medaglia. Stiamo parlando di malnutrizione, che si manifesta sotto forme differenti: deperimento, blocco della crescita, sottopeso, insufficienza di vitamine o minerali, sovrappeso, fino all’obesità. La denutrizione è causa della metà dei decessi dei bambini sotto i cinque anni. L’obesità può scatenare malattie non trasmissibili come quelle cardiovascolari, diabete e alcuni tipi di cancro. Tra i Paesi con i più alti tassi combinati di sottopeso e obesità nel 2022 troviamo le nazioni insulari del Pacifico, dei Caraibi, il Medio Oriente e il Nord Africa.”

Quali sono le cause e le conseguenze patologiche dell’obesità?

“L’obesità è definita come un eccessivo accumulo di grasso corporeo in relazione alla massa magra, in termini sia di quantità assoluta, sia di distribuzione in punti particolari del corpo. È una malattia cronica complessa le cui cause sono ben note, così come gli interventi necessari per contenerla e che sono supportati da numerose evidenze.

L’eccesso di peso può determinare l’insorgenza di numerose patologie come il diabete di tipo 2, le malattie ischemiche del cuore, la pressione alta, l’aumento di colesterolo cattivo nel sangue, il reflusso gastro-esofageo, oltre ad alcune forme di tumore.

A livello psicologico l’obesità può influenzare la qualità della vita e portare a problemi quali bassa autostima o depressione. L’obeso viene frequentemente isolato e spesso deriso, rendendo difficile qualunque tipo di socialità. In particolare, i bambini in sovrappeso tendono a sviluppare un rapporto difficile con il proprio corpo, con i coetanei e con l’ambiente scolastico, con un conseguente isolamento.

L’obesità si accompagna spesso a disturbi del sonno e in particolare l’apnea, dolori alla schiena e alle articolazioni, affanno dopo uno sforzo minimo, stanchezza e affaticamento durante il giorno.”

Quali potrebbero essere le azioni  per combattere il fenomeno dell’obesità?

“Se da una parte è vero che va chiamata in causa la responsabilità del singolo nell’adozione di comportamenti e abitudini salutari, è importante anche una responsabilità collettiva nel creare contesti di vita che favoriscano scelte sane, con un impegno multisettoriale e multidisciplinare per combattere il problema.

Ad oggi, trentuno Governi stanno aprendo la strada per frenare l’epidemia di obesità attraverso l’attuazione di un piano che prevede: azioni a sostegno di pratiche sane fin dal primo giorno, compresa la promozione, la protezione e il sostegno dell’allattamento al seno; norme sulla commercializzazione dannosa di alimenti e bevande per i bambini; politiche alimentari e nutrizionali nelle scuole, comprese iniziative per regolamentare la vendita di prodotti ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale in prossimità delle scuole; politiche fiscali e di prezzo per la promozione di diete sane; politiche di etichettatura nutrizionale; campagne di educazione e sensibilizzazione del pubblico per diete sane e l’esercizio fisico; norme per l’attività fisica nelle scuole; integrazione dei servizi di prevenzione e gestione dell’obesità nell’assistenza sanitaria di base.”

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