Il 27 febbraio al Parlamento europeo un voto che avrebbe dovuto svolgersi senza sorprese, quasi come una semplice formalità, ha invece tenuto tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo. Si trattava del voto finale sulla Nature Restoration Law, l’ambiziosa legge sul ripristino degli ecosistemi di tutta Europa.
All’ultimo momento infatti – anche sulla scia delle proteste degli agricoltori andate in scena in tutta Europa nelle scorse settimane – il Ppe ha annunciato che avrebbe votato contro. Il fronte, però, non è stato compatto: anche grazie ai voti di politici di destra e centrodestra che si sono discostati dalle indicazioni del proprio gruppo, unendo le forze con centristi, sinistra e verdi, la Restoration Law è comunque passata.
Gli eurodeputati del Ppe che hanno votato perché la Restoration Law diventasse realtà sono stati venticinque, tra i quali non figura nessun italiano. Ad opporsi alla legge anche una minoranza del gruppo Renew – per l’Italia, ex esponenti del Movimento 5 Stelle e di Azione – oltre alla gran parte di Ecr e alla totalità di Identità e Democrazia.
La Restoration Law, parte integrante del Green Deal, è nata per rispondere al degrado degli habitat europei, che nell’80% dei casi versa in condizioni critiche. Entro il 2030, gli Stati membri dovranno allora ripristinare e rinaturare almeno il 20% delle aree marine e terrestri, arrivando fino al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. La Commissione europea stima che ogni euro investito nel ripristino degli ecosistemi si tradurrà in almeno otto euro guadagnati, portando benefici ambientali ed economici significativi nel lungo periodo e contrastando molti effetti del cambiamento climatico.
L’iter di approvazione, iniziato nel 2022, è stato lungo e complesso. A metà giugno 2023, la Restoration Law aveva dovuto affrontare un emendamento, proposto dal Ppe, che avrebbe cancellato in toto la proposta di legge: alla Commissione Ambiente del Parlamento questo emendamento era stato respinto grazie ad un voto pari, di quarantaquattro a quarantaquattro. Pochi giorni dopo, il Consiglio formato dai ministri dell’ambiente degli Stati membri aveva approvato la legge con venti i voti a favore, due astenuti e cinque i contrari, tra cui l’Italia con Pichetto Fratin. Dopo mesi di negoziazioni e compromessi, solo a novembre 2023 era stato finalmente raggiunto un accordo dal Trilogo, composto da Commissione europea, Consiglio dell’Unione europea e Parlamento europeo, confermato poi dal voto di febbraio.
Nel processo di mediazione alcuni passi della legge sono stati indeboliti e varie decisioni sono state delegate alla sensibilità dei singoli Stati membri. Ne sono un esempio le nuove regole sulla tutela della biodiversità tipica degli ambienti agricoli: per andare incontro alle richieste di alcune grandi organizzazioni di settore, gli Stati potranno definire in maniera autonoma le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi di rinaturazione stabiliti dalla Restoration Law, e potranno sospendere il processo nel caso di ripercussioni negative sulla produzione agricola nazionale. Non solo: i privati si impegneranno in iniziative di rinaturazione su percentuali dei propri terreni solo su base volontaria.
Ma per i gruppi ambientalisti si tratta comunque di una vittoria. «La legge sul ripristino della natura rappresenta un’opportunità unica – ha dichiarato Dante Caserta, responsabile Affari legali e istituzionali di Wwf Italia – per riportare la natura e il benessere delle persone al centro dei nostri valori. L’approvazione della legge è la migliore risposta alla campagna di disinformazione che è stata condotta negli ultimi mesi contro le politiche del Green Deal europeo. Siamo soddisfatti della scelta degli Eurodeputati di aver dato ascolto alla scienza e di aver respinto posizioni populiste e anti scientifiche. Ora chiediamo al Governo italiano di cambiare rotta e approvare una legge necessaria per il benessere della natura e delle persone».
Anche Lipu-BirdLife Italia è entusiasta: «Definire storico questo momento non è eccessivo. L’Europa si dota di una legge senza precedenti per rigenerare gli habitat naturali e gli ecosistemi di tutto il continente. E’ la cosa più importante mai accaduta nell’Unione Europea, sotto il profilo naturalistico, assieme alle direttive Uccelli e Habitat».