Il procedimento relativo al caso della Palestina dinanzi alla Corte penale internazionale (Cpi), iniziato nel 2009, non ha mai portato all’apertura di alcuna vera indagine e ha escluso dal raggio di azione il contesto dell’occupazione militare di tutto il territorio palestinese e del blocco di Gaza, oltre ad altre violazioni documentate da numerose organizzazioni internazionali.
Eppure la Cpi, come ha competenza sui crimini di guerra compiuti da Hamas in territorio israeliano, ha competenza sui crimini di guerra e contro l’umanità compiuti da Israele verso i civili di Gaza. La creazione di condizioni di vita impossibili a Gaza e le dichiarazioni di alcuni leader militari e politici israeliani fornirebbero anche gli estremi per indagare il crimine genocidio.
Porre fine all’impunità nella questione palestinese non è più solo un diritto delle vittime: a essere in gioco è il senso stesso dell’esistenza della Cpi, in crisi di credibilità e legittimità.