Nonostante l’importante ripresa della circolazione virale e l’aumento dell’occupazione di posti letto negli ospedali, la campagna vaccinale anti Covid-19 non decolla, e a metà dicembre ha raggiunto appena il 10,2% degli over ottanta ed il 6,9% degli over sessanta. Successo degli open day che nella settimana fra il 15 ed il 21 dicembre hanno incrementato di quasi 233 mila unità il numero dei vaccini somministrati.
Covid-19 in crescita: raddoppiano i casi da inizio novembre
Sono 60.556 i nuovi casi confermati dal Ministero della salute nella settimana 14-20 dicembre 2023 con un incremento del 100% dei nuovi casi settimanali da inizio novembre.
I dati della Sorveglianza Integrata Covid-19 dell’ISS, nel periodo 11/12/2023-17/12/2023 mostrano un’incidenza di casi diagnosticati e segnalati pari a 108 casi per 100.000 abitanti, a fronte degli 89 casi per 100.000 abitanti della settimana precedente. Permane una maggiore incidenza nel sesso femminile.
L’incidenza settimanale (11/12/2023-17/12/2023) dei casi diagnosticati e segnalati risulta in aumento nella maggior parte delle Regioni e Province autonome, quella più elevata è stata riportata nella Regione Abruzzo (232 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (7 casi per 100.000 abitanti). L’incidenza settimanale è in lieve aumento in tutte le fasce d’età ma la fascia di età che continua a registrare il più alto tasso di incidenza è quella degli ultranovantenni (237 per 100.000 abitanti).
L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero al 12/12/2023 è pari a 0,96 (in aumento rispetto alla settimana precedente (Rt=0,80 al 05/12/2023).
In aumento anche i tassi di ospedalizzazione, ricoveri in terapia intensiva e i decessi che aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni.
Varianti del virus: JN.1 nuovo ma il rischio è paragonabile agli altri
In base ai dati di sequenziamento della piattaforma nazionale I-Co-Gen, nelle ultime cinque settimane di campionamento disponibili (dati al 18 dicembre 2023) si continua ad osservare un incremento della variante JN.1 (BA.2.86.1), con valori pari al 49,1% . Nelle ultime settimane, JN.1 è stato identificato in più Paesi, arrivando a rappresentare in breve tempo il principale lignaggio discendente di BA.2.86.
A causa della crescente diffusione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo scorso 19 dicembre l’ha classificata come variante di interesse distinta dal lignaggio parentale. Va comunque ricordato che in base ai dati attualmente disponibili, JN.1 non sembra porre rischi addizionali per la salute pubblica rispetto alle altre varianti circolanti.
La campagna vaccinale fatica a decollare mentre arriva il nuovo vaccino proteico
Il primo milione di dosi del nuovo vaccino adattato contro le ultime varianti del Covid per la nuova campagna vaccinale (la terza da quando c’è il virus) è arrivato a fine settembre quando sono state distribuite alle Regioni per le prime somministrazioni.
A fronte di una platea potenziale per la quale è raccomandato il vaccino – over sessanta, fragili e operatori sanitari – di quasi 20 milioni di italiani, erano 9 milioni le dosi attese per fine novembre, sufficienti a coprire circa metà della platea di italiani più a rischio.
Ma la nuova campagna vaccinale 2023-24 contro il Covid-19 al 14 dicembre ha raggiunto solo 1 milione e 460 mila somministrazioni, con una copertura nazionale per le categorie a rischio molto bassa: 6,9% per gli over sessanta e 10,2% per gli over ottanta.
Vi è, dunque, il rischio concreto che non vengano utilizzate le dosi previste complice una certa stanchezza vaccinale ma anche una insufficiente promozione e offerta della vaccinazione da parte del Servizio sanitario e dei medici.
Significativa in tal senso anche la diversa distribuzione delle vaccinazioni nelle Regione, di seguito quella aggiornata al 14 dicembre 2023, con coperture differenti anche in relazioni alle fasce di età .
L’Emilia Romagna a fine novembre aveva somministrato il nuovo vaccino per il Covid al 18,5% degli ultraottantenni e al 13,2% degli ultrasessantenni. Il numero dei vaccinati al 21 dicembre è salito al 23% per gli over ottanta e a 15% per gli over sessanta grazie alla sua promozione attraverso iniziative di open day diffuse a livello regionale.
Lo stesso Ministero della salute per rilanciare la campagna vaccinale aveva invitato le Regioni ad organizzare open day vaccinali e a coinvolgere i medici di famiglia e le farmacie. Inoltre, a seguito dell’autorizzazione di AIFA alla formulazione adattata a XBB.1.5 del vaccino proteico Nuvaxovid (Novavax), ha aggiornato le raccomandazioni che ora ne prevedono l’utilizzo dai 12 anni. Gli open day vaccinali hanno visto dovunque un’ampia partecipazione e consentito un incremento delle vaccinazioni che il 21 dicembre hanno raggiunto quota 1.721.365 a livello nazionale portando all’8% la quota di vaccinati over sessanta e al 12% quella degli over ottanta e, numeri ancora insufficienti per garantire la necessaria protezione delle fasce più suscettibili ma significativi circa la strada da seguire per promuovere la vaccinazione.
L’ECDC raccomanda di fornire booster di vaccini periodici per mantenere alta la protezione per over 80
I risultati di uno studio condotto dall’Agenzia europea per le malattie infettive (European Centre for Disease Prevention and Control – ECDC), tra aprile 2022 e marzo 2023, su sei Paesi europei: Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Navarra (Spagna), Norvegia e Portogallo circa l’efficacia dei richiami vaccinali contro ospedalizzazioni e decessi ha evidenziato che le dosi di richiamo hanno ripristinato la protezione poco dopo la somministrazione, ma che questa è diminuita rapidamente nel periodo fino a 24 settimane dopo la vaccinazione. Lo studio , inoltre, suggerisce che “ l’intervallo di tempo trascorso dall’ultima dose è più importante del numero totale di dosi somministrate nel livello di protezione contro l’ospedalizzazione e il decesso per Covid.” ECDC ha concluso che i risultati “supportano chiaramente la politica di fornire periodicamente booster aggiuntivi per mantenere la protezione contro Covid-19, soprattutto per le persone di età ≥80 anni”.
A mio parere i motivi della scarsa adesione a questa campagna vaccinale sono: la scarsa promozione della vaccinazione, la confusione della stessa (prima solo over 80 poi estesa a tutti), la difficoltà alla prenotazione sui portali o nelle farmacie, la scarsa adesione dei medici di base (testimonianze di pazienti che dicono “il mio medico fa solo al antinfuenzale non la anti-Covid”), la effettiva difficoltà derivante dai flaconi multi-dose (6 dosi) del vaccino (questo comporta la necessità di reclutare 6 persone per non sprecare dosi), la affermazione comune ” ma tanto oraè come l’influenza”.
Bisognerebbe ricordare che SARS-COV 2 non è come il virus della influenza e se oggi è meno virulento è solo grazie alla immunità raggiunta nella popolazione grazie alla campagne vaccinali precedenti
A fine novembre in Regione Emilia Romagna era stato vaccinato contro l’influenza il 42% degli ultrasessantenni ed appena il 13,3% contro il Covid ( 18,5% degli over 80 ) a dimostrazione che la co-somministrazione, ritenuta possibile da Ministero della Salute e raccomandata dalle Società scientifiche del Board del Calendario per la Vita per la campagna di Vaccinazione Anti-Covid-19 – Autunno/Inverno 2023/24, è stata poco praticata.