Come si conciliano l’indipendenza della politica e la dipendenza delle decisioni da solide basi scientifiche e fattuali? Come ripensare il mestiere di comunicatore e ricercatore introducendo scelte che favoriscano il dialogo tra policy makers, comunicatori e ricercatori?
L’approccio supponente e poco incline al dialogo che tanto stigmatizza chi cerca di fare buona comunicazione è lo stesso in cui si incappa, quasi come in un tic più o meno inconsapevole, ogni volta che si cerca di proporre soluzioni prodotte da una comunità chiusa in sé.
L’alternativa non è il relativismo, ma l’ascolto, il dialogo e la costruzione di strategie di sviluppo sociale condivise. È una questione di disponibilità all’apertura, di linguaggi condivisi basati su una consapevolezza storico filosofica di come la questione sia nata e si sia sviluppata nel tempo e di quali siano gli aspetti più attuali.
Non è un problema nuovo, ma probabilmente oggi è più viva la consapevolezza che nessuno degli attori in gioco può dirsi al riparo dal rischio di rannicchiarsi in una riflessione confinata all’interno della propria comunità per cercare soluzioni e strategie per affrontare la questione. La questione diventa cruciale per gli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, il cui conseguimento è spesso caratterizzato da controversie, incertezze e polarizzazioni di opinioni e interessi, largamente dipendenti, in molti casi, da aspetti scientifici e tecnici. Per questo è utile moltiplicare le occasioni di riflessione teoriche e pratiche tra ricercatori e praticanti nel settore della comunicazione della scienza.
Un panel per ripensare il mestiere di comunicatore, decisore politico e ricercatore
Da questa sfida per la politica, la comunicazione e la ricerca nasce uno dei panel della giornata iniziale del Convegno nazionale sulla comunicazione della scienza organizzato dalla SISSA dal 28 novembre al 1 dicembre prossimo: “Il dialogo possibile e necessario tra policy makers, ricercatori e comunicatori”.
Ne discutono: Luca Carra, Giacomo Grassi e Mariachiara Tallacchini. Tre punti di osservazioni e percorsi di vita che incrociano l’impegno del giornalismo scientifico, le sfide storico- filosofiche nel rapporto tra scienza società e diritto e il lavoro di chi da ricercatore si trova progressivamente a vivere il ruolo del civil servant. Luca Carra è giornalista scientifico dell’agenzia Zadig e dirige il giornale online Scienzainrete, Giacomo Grassi è funzionario scientifico del Centro comune di ricerca della Commissione Europe, è membro dell’IPCC Bureau del Task Force on National Greenhouse Gas Inventories e Mariachiara Tallacchini si occupa di regolazione della scienza e democrazia e del rapporto tra conoscenza scientifica e diritto.
I partecipanti al panel e il pubblico avranno la possibilità di riflettere su questi temi nel corso di una conversazione in tre tappe: la prima per ricostruire un quadro storico della questione nell’ultimo secolo, la seconda per ascoltare casi ed esperienze che hanno coinvolto in prima persona gli ospiti del panel, e l’ultima per costruire una “cassetta degli attrezzi” che ognuno possa utilizzare nella pratica quotidiana.
Sessanta minuti per sviluppare una conversazione che inviti ciascuno a ripensare il mondo in cui sviluppa il proprio mestiere nella comunicazione, nel prendere decisioni politiche nel fare ricerca.