Cosa sta succedendo nel Mondo alla sanità dopo la durissima prova del Covid-19, che sembrava aver convinto tutti della necessità di interventi pubblici massicci ed equamente accessibili alle persone e sul territorio? Da diverse organizzazioni nazionali e internazionali arrivano dati e testimonianze di uno slittamento progressivo della sanità in tutto il Mondo verso la privatizzazione.
Tagli alla sanità in tutto il Mondo
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms, World Health Organization WHO), ad esempio, in un’analisi condotta sul territorio europeo sulla forza lavoro nel settore sanitario, ha sottolineato che è “tempo di agire”: per assicurare la salute per tutti sono cruciali una pianificazione strategica e investimenti mirati.
Ma dopo l’emergenza pandemica, durante la quale tutti i Paesi hanno erogato risorse aggiuntive in risposta alla crisi, i sistemi sanitari pubblici sono nuovamente in difficoltà.
Anche Oxfam evidenzia che tre quarti dei Governi di tutto il Mondo (pari a 148 Paesi) stanno pianificando tagli alla spesa pubblica per istruzione e sanità, il corrispettivo di 7.800 miliardi di dollari nel periodo 2023-2027. Inoltre, i Paesi più poveri sono costretti a spendere quattro volte di più per rimborsare i debiti rispetto a quanto viene destinato alla sanità pubblica.
Altri dati, piuttosto eloquenti, arrivano da un altro report di Oxfam International, che dimostra che le grandi istituzioni finanziarie per lo sviluppo stanno elargendo ingenti somme a strutture private che addirittura tengono in ostaggio i pazienti che non possono saldare le fatture.
In Italia aumentano i divari tra Nord e Sud
Non va meglio in Italia, dove sono previsti tagli significativi a servizi fondamentali nella revisione al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nel nostro Paese gli stipendi del settore sanitario si mantengono tra i più bassi d’Europa e le condizioni di lavoro sono difficili, a causa, e come conseguenza, della sempre maggiore carenza di medici, spesso in fuga proprio verso il settore privato.
Oltre, purtroppo, ai forti divari territoriali. Ad esempio, nel 2020, documenta Save the Children nell’“Atlante dell’infanzia a rischio”, una bambina nata in Calabria aveva una speranza di vita in buona salute di 52,7 anni, mentre una nata in Trentino ne aveva oltre dodici in più (65,2).
Raccogliere i dati per fornire una visione d’insieme
I dati sono molti, ma conducono tutti verso una situazione globale di rovesciamento delle priorità: basti pensare al continuo aumento di spesa nel settore militare, che fa da contraltare a tagli in settori pubblici strategici per il benessere sociale, come sanità, istruzione e politiche del lavoro.
In gioco c’è la capacità dei sistemi sanitari di rispondere ai bisogni presenti e futuri: raccogliere queste informazioni permette di tenere monitorata l’evoluzione di un settore fondamentale per il benessere sociale come quello sanitario, e la pandemia ne è stata la dimostrazione più evidente.
Inoltre, il prossimo mese la fondazione Gimbe presenterà il suo sesto rapporto sul Sistema sanitario nazionale: sarà un’ulteriore occasione di approfondimento a ridosso di scelte politiche strategiche circa la destinazione dei fondi a disposizione.