Eurostat ha recentemente pubblicato un aggiornamento relativo al personale medico nell’Unione europea (Ue). Nel 2021 i medici praticanti in Ue erano circa 1,82 milioni, di cui 243mila nel nostro Paese, per numero assoluto secondo solo alla Germania (377mila).
Tuttavia se si considera il numero dei medici in rapporto al numero di abitanti, aumentato in quasi tutti gli Stati dell’Ue tra il 2016 e il 2021, l’Italia si colloca al 14° posto con circa 400 medici ogni 100mila abitanti. Grecia e Portogallo hanno registrato il numero più alto di medici abilitati all’esercizio della professione, rispettivamente 629,2 e 562 ogni 100mila abitanti, seguite dall’Austria (540,9). I rapporti più bassi sono stati registrati in Francia (318,3), Belgio (324,8) e Ungheria (329,8).
Non solo pochi, ma anche vicini alla pensione
Secondo il report, in gran parte dell’Ue si è verificato un rapido invecchiamento della forza lavoro sanitaria. In dieci Stati membri, la quota di medici di età pari o superiore a cinquantacinque anni era superiore al 40% nel 2021. Tra questi, in testa con oltre il 50% l’Italia (55,2%) e la Bulgaria (53,6%).
Le percentuali più elevate di medici più giovani (under trentacinque anni) si trovavano, invece, a Malta (45,5%), Irlanda (35,5%) e Romania (34,4%).
Questi dati confermano la gravità già rilevata della situazione della sanità del nostro Paese, anche in relazione alla destinazione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che, allo stato attuale della loro allocazione, non modificheranno il quadro di carenza di personale medico.