L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha redatto anche quest’anno il rapporto SDGs 2023 (Sustainable Development Goals) per illustrare la situazione attuale del nostro Paese rispetto ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni unite (Onu). Per quanto riguarda l’obiettivo 4, riportiamo l’andamento di alcuni parametri da noi considerati già un anno fa.
Lontani dall’Europa, a partire dai servizi per l’infanzia
L’Italia rimane lontana rispetto ai target europei nei servizi per la prima infanzia: siamo infatti al 28% di posti disponibili 0-2 anni. È un valore stabile nel tempo, per effetto del calo delle nascite e della conseguente riduzione dei potenziali beneficiari.
La Commissione europea ha però fissato al 50% entro il 2030 l’obiettivo di bambini sotto i tre anni inseriti nei servizi educativi: calcolando i bambini fino ai due anni, la percentuale italiana oggi è del 33,4% (con una media europea del 35,3%).
È invece forte il divario tra le Regioni: siamo a circa quattro bambini su dieci in Umbria ed Emilia Romagna, ma solo uno su dieci in Campania, Calabria e Sicilia.
Alta la dispersione scolastica, soprattutto al Sud. E le competenze sono insufficienti
Siamo lontani dall’Europa anche per quanto riguarda i giovani con un titolo di studio terziario (29,2% tra 25-34 anni, contro la media europea del 42%). Anche qui restano marcate le differenze interne: 21,7% al Sud, 31,4% al Nord e 31% al Centro.
L’11,5% dei ragazzi 18-24 anni, inoltre, è uscito dal sistema scolastico privo di diploma, pari a circa 465mila giovani e la dispersione scolastica colpisce soprattutto i maschi e le Regioni del Mezzogiorno.
Le discipline Science, Technology, Engineering and Mathematics (STEM), ad alto potenziale occupazionale, godono ancora di pochi laureati: solo il 16,5 per mille nella fascia 20-29 anni, contro il 20,9 della media europea, con un divario a sfavore delle donne.
È in linea con l’anno scorso la quota di ragazzi che, alla fine della scuola superiore, non ha un livello di competenza alfabetica sufficiente (48,5%), ma è ancora molto superiore ai livelli pre-pandemia (35,7%). Lo stesso vale per le competenze matematiche (49,9% contro il 39,3% dell’anno scolastico 2018/2019).
Ancora inadeguate, infine, le competenze digitali. Nonostante un miglioramento rispetto allo scorso anno, la quota di persone 16-74 anni con competenze di base è solo al 45,7% (il target fissato dal piano d’azione europeo è dell’80%).