La recente Convention di donne protagoniste in sanità 2023 è stata l’occasione per fare il punto sullo stato di salute del Servizio sanitario nazionale (Ssn), sulle criticità e sugli impegni necessari per la sua salvaguardia dopo la dura prova a cui è stato sottoposto dalla pandemia di Covid-19 che ha evidenziato criticità già esistenti e necessità di modifiche solo in parte attuate.
Donne protagoniste dell’assistenza socio-sanitaria: servono più servizi territoriali
La maggior parte della forza lavoro che fornisce i servizi essenziali alla cura delle persone è costituita da donne. Nel Ssn le donne sono infatti oltre il 69% del personale dipendente ( Agenas 2023).
Partendo da questa realtà, la Community delle Donne protagoniste in sanità per la Convention 2023, giunta alla sua terza edizione, ha scelto di confrontarsi sul futuro del Ssn alla luce di una normativa, che oltre a dover garantire, come previsto dagli obiettivi della Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), un sistema socio-sanitario più equo e sostenibile, deve riuscire a rappresentare e valorizzare l’apporto fondamentale da parte del capitale umano femminile in settori fondamentali.
Ampio spazio è stato dunque dedicato al confronto sulla riforma dell’assistenza territoriale, stabilita dal Decreto ministeriale 77/2022, che dovrebbe consentire al Ssn di dare quelle risposte di prossimità attese dai cittadini, quali l’abbattimento delle liste di attesa e l’accesso ai servizi, ponendo la necessaria attenzione alla prevenzione secondo la logica dell’approccio one health.
Il nuovo modello organizzativo ruota intorno al distretto sanitario, alle case di comunità quali centro di riferimento per l’accesso a tutti i servizi delle Asl, agli ospedali di comunità, alla rete delle cure palliative, dei consultori, alle centrali operative territoriali, all’assistenza domiciliare ed alla telemedicina.
Per la Community tale modello organizzativo “deve essere il motore per un’assistenza territoriale capace di coordinare strutture, professionisti sanitari e sociali, e tutti coloro che sono coinvolti nel processo di cura.”
Una medicina territoriale di prossimità che dovrà tenere conto e indirizzare la ricerca verso le differenze di genere ed essere coinvolta sia nella formazione che nella presa in carico dei pazienti, secondo protocolli integrati ospedale-territorio e nell’ottimizzazione dei percorsi diagnostico terapeutici delle patologie croniche, anche con le moderne tecnologie informatiche, per un Paese ai primi posti al Mondo per tasso di anzianità.
Quattordici tavoli di lavoro per progettare la sanità territoriale
Quattordici tavoli di lavoro dedicati alle principali problematiche di salute sono stati attivati dalla Community, con uno sguardo attento alla parità di genere, e, ultimati i lavori alla fine di dicembre, presenteranno proposte al Senato della Repubblica.
I tavoli garantiscono l’operatività costante delle partecipanti alla Community e rappresentano il luogo ideale in cui professionalità, competenze, sensibilità e creatività diverse si misurano.
Anno 2023 | TAVOLI LAVORO – Community Donne Protagoniste in Sanità |
1 | Il nuovo volto del Distretto: una comunità partecipata e partecipante che si fa carico della prossimità |
2 | La prospettiva di genere nei percorsi delle nuove professioni del territorio (IFC, fisioterapista di comunità, psicologo di comunità, assistente sociale e altre professioni sanitarie) |
3 | Lo sviluppo delle reti territoriali per farsi carico della cronicità:- la rete delle cure palliative- la rete oncologica e l’oncologia territoriale- la rete delle malattie croniche |
4 | Lavorare in squadra: il territorio e le equipe multidisciplinari |
5 | La Radiologia domiciliare: sviluppo e prospettive |
6 | Quando la telemedicina vuol dire sviluppo, prossimità ed equità |
7 | Quando la telemedicina vuol dire sviluppo, prossimità ed equità |
8 | Come misurare il Territorio: sistema informativo, performance e indicatori |
9 | Il potenziamento e l’evoluzione dell’assistenza domiciliare |
10 | Salute e ambiente |
11 | Territorio/Ospedale un unicum possibile |
12 | Il territorio e la gestione dei percorsi dell’urgenza |
13 | Medicina penitenziaria e Genere |
14 | Medicina di Genere e Territorio |
La sfida delle risorse: mancano medici e infermieri, poche anche le risorse economiche
Fa riflettere quanto evidenziato dalla Relazione sullo stato sanitario del Paese 2017-2021, che rileva un vero e proprio boom della spesa per i consumi intermedi (beni e servizi tra cui i farmaci e i dispositivi medici) arrivata al 31% nel 2021 (+10 % rispetto al 2019), seguita da quella per il personale al 30,29%, mentre l’assistenza da privato tocca il 20,53% significativo di una tendenza che non risparmia il Ssn italiano.
A tal proposito Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe, intervenendo alla Convention di Bologna, a proposito del Documento di economia e finanza (Def) 2023, ha sottolineato come il rapporto spesa sanitaria/prodotto interno lordo (Pil) nel 2023 scenda a 6,7% rispetto al 6,9% del 2022, anche se in termini assoluti la previsione di spesa sanitaria è di 136.043 milioni di euro.
Secondo Gimbe, l’incremento di oltre 4 miliardi di euro nel 2023 “è solo apparente: sia perché oltre due terzi (67%) costituiscono un mero spostamento al 2023 della spesa sanitaria prevista nel 2022 per il rinnovo contrattuale del personale dirigente, sia per l’erosione del potere di acquisto stante l’inflazione per il 2023 che secondo l’Istat si attesta a +6%, superiore all’aumento della spesa sanitaria, ferma a +3,8%.”
Nel Def 2023, inoltre, il rapporto spesa sanitaria/Pil scende dal 6,9% del 2022 al 6,2% nel 2026, un valore inferiore a quello del 2019 (6,4%) e si stima una crescita media annua del Pil nominale del 3,6%, a fronte dello 0,6% di quella della spesa sanitaria. Secondo Gimbe “le previsioni del Def 2023 sulla spesa sanitaria nel triennio certificano evidenti segnali di definanziamento: in particolare il 2024, ben lungi dall’essere l’anno del rilancio, fa segnare un -2,4%” a conferma che “in linea con quanto accaduto negli ultimi quindici anni, si prosegue con la strategia di definanziamento pubblico della sanità”, che si traduce in “interminabili liste di attesa che aumentano la spesa out-of-pocket e impoveriscono le famiglie” così come le “diseguaglianze nell’offerta di servizi e prestazioni che determinano migrazione sanitaria, inaccessibilità alle innovazioni, fino alla riduzione dell’aspettativa di vita.” (1.Continua)