Lo scorso 18 giugno il 61,9 % degli svizzeri si sono espressi a favore del mantenimento di una legge su Covid-19 confermando così la fiducia al Governo circa la gestione della crisi sanitaria.
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La Confederazione svizzera che conta quasi 9 milioni di abitanti ha avuto 4.406.608 casi di Covid-19 e 14.021 decessi, ed ha superato abbastanza bene la pandemia nel confronto internazionale.
Circa un anno fa l’Esecutivo aveva deciso di revocare le ultime misure sanitarie, poi a dicembre “a fronte di una pandemia dall’evoluzione incerta si è optato per la possibilità di adottare misure collaudate, per via ordinaria, senza dover di nuovo ricorrere al diritto d’urgenza” il Parlamento ha deciso di prorogare la legge fino a giugno 2024.
La Svizzera è stato l’unico Paese (oltre al Lichtenstein) in cui i cittadini sono stati chiamati ad esprimersi sulla gestione della crisi sanitaria da parte del Governo, e lo ha fatto già altre due volte a giugno e a novembre nel 2021. In entrambi i casi il sì ha ottenuto oltre il 60% delle schede a favore della politica sanitaria del Consiglio federale. Il caso è particolarmente interessante perché, come ha segnalato la Commissione Lancet, i governi hanno avuto gravi responsabilità nella gestione della pandemia e, a un nostro bilancio, mentre la scienza e i cittadini escono, tutto sommato, con un voto positivo dall’emergenza, le carenze più gravi si sono manifestate nelle politiche sanitarie dei governi e delle istituzioni internazionali e nella comunicazione.