“La stragrande maggioranza degli Stati ha assunto un atteggiamento di non completa equidistanza rispetto al conflitto, fornendo un supporto più o meno ampio a una delle parti, in particolare all’Ucraina, che è la parte aggredita dalla Russia; altri, invece, hanno assunto formalmente un atteggiamento di neutralità, mentre altri ancora stanno fornendo assistenza alla Russia, ed è questa la posizione ritenuta più problematica, perché la Russia in questa vicenda è lo Stato aggressore.” Ne parlerà il 10 maggio Alessandra Annoni, docente di Diritto internazionale presso l’Università di Ferrara, in occasione del convegno “L’Europa per la pace”, organizzato dal Laboratorio per la pace dell’Università di Ferrara, in collaborazione con il Centro di documentazione europea di Unife, il Movimento federalista europeo e la Rete pace Ferrara, all’interno delle attività di RUniPace e con il patrocinio del Comune di Ferrara. L’incontro consentirà a esperti di diverse discipline di analizzare la drammatica crisi internazionale che stiamo vivendo, in particolare secondo la prospettiva dell’Unione europea.
Il suo intervento riguarderà “La posizione degli Stati terzi rispetto al conflitto tra Russia e Ucraina: neutralità, non belligeranza o partecipazione al conflitto?” Come dichiara la docente ad Agenda17: “il problema da affrontare è: si applicano agli Stati non direttamente coinvolti le norme internazionali in materia di neutralità? È legittimo cioè fornire assistenza all’Ucraina, senza che essa venga considerata una forma di partecipazione alle ostilità?”
“Anche la stessa Italia – afferma Annoni – ha assicurato diversi aiuti militari all’Ucraina in modo trasparente, sulla base di determinazioni pubbliche del Governo italiano; e lo stesso hanno fatto altri Paesi europei, chi fornendo materiale di difesa e chi invece fornendo armi di offesa. La pace però dovrà passare attraverso un negoziato tra le parti: negoziato che dovrà coinvolgere la parte che ha lanciato l’aggressione, poiché è difficile pensare una pace duratura senza una soluzione negoziata con la Russia.
Il filo conduttore dei negoziati sarà tuttavia difficile da stabilire perché la Russia ha annesso alcune parti del territorio ucraino e questa annessione è considerata contraria al diritto internazionale. Quindi riconoscere la sovranità della Russia su questi territori rischia di essere un riconoscimento da parte della comunità internazionale di un atto illecito.”
Condivido quanto dice la Prof. Annoni.
Così come I movimenti pacifisti degli anni ’60 affermavano per la guerra del Vietnam: “Yankee go home!” anche oggi i movimenti per la pace dovrebbero, oltre alla richiesta di pace, dire: ” Russian go home!”