Dopo aver tolto il diritto all’istruzione, con il divieto di accesso a scuola e all’università, continua il processo di eliminazione delle donne dalla società afghana. Dal 24 dicembre le donne, che rappresentano il 48.7% della popolazione, non possono più lavorare nelle Organizzazioni non governative (Ong), pena il ritiro della licenza per coloro che non si adeguano. Questa norma è applicata alle 183 Ong, nazionali e internazionali, che fanno parte della Agency Coordinating Body for Afghan Relief and Development.
Hanno già sospeso i programmi realtà importanti come Save the Children, Norwegian Refugee Council, Care International e l’International Rescue Committee (IRC). L’IRC lavora in Afghanistan dal 1988, e rappresenta una delle Ong con l’organico più numeroso- oltre 8mila persone, di cui circa il 40% era costituito da donne.
In un momento come questo, quando il 97% della popolazione è a rischio di povertà, escludere le lavoratrici dalle Ong significa bloccare attività essenziali e mettere a rischio la sopravvivenza del popolo afghano.