Accelerare la decarbonizzazione applicando ai trasporti le tecnologie esistenti Elettrificare le auto conviene, mentre per navi e aerei il futuro è più incerto, secondo Nicola Armaroli del Cnr

Accelerare la decarbonizzazione applicando ai trasporti le tecnologie esistenti

Elettrificare le auto conviene, mentre per navi e aerei il futuro è più incerto, secondo Nicola Armaroli del Cnr

In Italia il settore dei trasporti è responsabile del 25% delle emissioni di gas serra, e più del 90% di queste sono imputabili al trasporto su gomma. 

Per ridurre al 55% le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica al 2050 previsto dal Green Deal è quindi fondamentale accelerare la transizione energetica nel settore dei trasporti.

Ne parliamo con Nicola Armaroli, dirigente di ricerca al CNR, membro del gruppo di consulenti che hanno redatto il rapporto “Decarbonizzare i trasporti. Evidenze scientifiche e proposte di policy” per il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile del precedente governo. 

Le auto elettriche permetterebbero già oggi di ridurre le emissioni di CO2

Secondo l’ultimo Rapporto Vehicles in use  di ACEA, (European Automobile Manufacturers’ Association- associazione europea dei produttori di automobili), in Italia i veicoli stradali a combustibili fossili sono la grande maggioranza: le auto elettriche sono solo lo 0,1%, e considerando anche le vetture ibride si arriva all’1,5%, mentre la gran parte delle autovetture va a benzina o a diesel.

Per decarbonizzare il comparto, dichiara Armaroli, “l’opzione a batteria è di gran lunga preferibile perché la tecnologia è disponibile, il costo si avvicina alla competitività su tutti i modelli, su quelli di lusso lo è già, su quelli economici non ancora ma lo diventerà e il portafoglio elettrico nazionale è sempre più spostato sulle rinnovabili.”

Nicola Armaroli, dirigente di ricerca al Cnr (©isof-cnr)

Secondo il rapporto sopra citato se il parco auto fosse composto da veicoli elettrici già con il mix energetico attuale si avrebbe una riduzione delle emissioni relative al trasporto leggero su strada del 50%. Questo perché il motore elettrico è circa quattro volte più efficiente rispetto al motore a combustione, che disperde gran parte dell’energia.

Scarso il contributo dell’idrogeno

Le auto a idrogeno, prodotte con la prospettiva dell’idrogeno verde, presumibilmente non giocheranno un ruolo nella transizione energetica. Nelle auto a idrogeno disponibili oggi l’efficienza è ridotta per via dei passaggi necessari per la produzione di energia: l’idrogeno viene utilizzato per la produzione di elettricità e questo rende meno conveniente usare le risorse rinnovabili per alimentare auto ad idrogeno rispetto alle auto elettriche a batteria.

I passaggi necessari per la produzione di energia a partire da fonti rinnovabili per far funzionare rispettivamente un veicolo elettrico e uno a idrogeno. @STEMI “Decarbonizzare i trasporti”. (Rielaborazione da infografica di ©Volksvagen)

“Non c’è la possibilità che prima di dieci anni in Italia vi siano quantità significative di rinnovabili in eccesso per produrre idrogeno, quindi, se mai avremo mezzi a idrogeno, prima di dieci  anni non li vedremo su scala significativa. Nel frattempo però la tecnologia a batterie, che è dieci anni più avanti, farà ulteriori progressi per cui è abbastanza improbabile che i mezzi a idrogeno avranno una forte presa sul mercato.”

Per gli altri mezzi di trasporto la situazione è più incerta

Se per i veicoli commerciali leggeri la situazione è simile a quella delle autovetture, per il trasporto pesante su strada è più complicata: la soluzione elettrica si scontra con la taglia delle batterie e delle infrastrutture che servirebbero per la ricarica. Altre soluzioni basate sull’elettrico sono in corso di sperimentazione, come il battery swap (cambio automatizzato della batteria alle stazioni di ricarica) sperimentato in Cina che permetterebbe di ridurre il tempo richiesto per la ricarica, ma implementare soluzioni come questa richiederebbe un accordo difficile da trovare tra i diversi attori del mercato. I veicoli a idrogeno, con i limiti intrinseci discussi in precedenza, restano quindi un’opzione presa in considerazione da alcuni stakeholder.

Il nodo più critico nella decarbonizzazione dei trasporti sono le lunghe distanze, quindi navi e aerei, per cui non ci sono, ad oggi, soluzioni a portata di mano e sono necessari significativi sviluppi tecnologici.

 “Al momento –  secondo Armaroli -,   non vi sono quantità disponibili e neanche tecnologie per fare combustibili liquidi alternativi per aerei e navi. Per produrli occorrono idrogeno e carbonio. L’idrogeno lo possiamo fare con gli elettrolizzatori ma, come dicevo prima, non (arriverà) prima di dieci anni. Il carbonio dovrebbe essere ricavato da scarti agroalimentari e rifiuti, che dovrebbero essere disponibili in quantità enormi, e questo è un altro problema.”

La priorità nella decarbonizzazione dei trasporti è elettrificare il trasporto su gomma.

Riassunto delle priorità strategiche per decarbonizzare il settore dei trasporti in Italia. (©Nature Italy “La strada da percorrere: come ridurre emissioni e uso di energia del settore trasporti in Italia” Armaroli et al.)

“L’opzione numero uno è aumentare in maniera enorme la produzione di rinnovabili in Italia, che è già a buoni livelli: il nostro Paese produce quasi il 40% della propria elettricità per via rinnovabile già oggi. Tutto il trasporto leggero – dalla bicicletta all’automobile – deve essere elettrificato il più possibile.”

“Quando avremo spostato un terzo dell’attuale parco automobili a mezzi a batteria – conclude il ricercatore del Cnr -, avremo un aumento della domanda elettrica del 10%, a fronte di un risparmio, in termini energetici, di quattro volte tanto di petrolio. Questo è possibile grazie alla maggiore efficienza dei motori elettrici.”

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