L’Emilia Romagna è uno dei dodici ecosistemi dell’innovazione finanziati con i fondi del Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr): 110 milioni di euro per la costruzione di un nuovo patto tra clima e lavoro. Gli ecosistemi dell’innovazione sono reti ibride tra accademia, mondo produttivo ed enti pubblici per avviare concretamente l’intersezione tra sostenibilità economica, ambientale e impatto sociale sul territorio.
Il progetto Ecosystem for Sustainable Transition Emilia-Romagna (EcosistER) coinvolge ventitrè partner, di cui sei atenei italiani, e prevede sei macro aree di lavoro denominate spoke. Le attività di ricerca e azione riguarderanno i materiali per la sostenibilità e la transizione ecologica, la produzione, lo stoccaggio e il risparmio di energia pulita, la manifattura verde per un’economia sostenibile, le soluzioni intelligenti per la mobilità, gli alloggi e l’energia per una società a zero emissioni di carbonio, la transizione ecologica basata su high performance computing e tecnologia dei dati, l’economia circolare e la blue economy.
L’Università di Ferrara è capofila di quest’ultimo ambito. Questo ruolo di coordinamento di uno degli assi del progetto deve molto al lavoro pregresso del Centro di ricerca su economia circolare, innovazione, piccole e medie imprese (Centre for Research on Circular economy, Innovation and SMEs, CERCIS) e del Centro interuniversitario sull’economia ambientale (Sustainability, Environmental Economics and Dynamics Studies, SEEDS), presieduti da Massimiliano Mazzanti, docente di Politica ambientale presso l’Università.
“EcosistER amplifica l’interdisciplinarietà già centrale nei progetti precedenti – precisa Mazzanti ad Agenda17 -. A livello di ricerca verranno coinvolti altri dipartimenti dell’ateneo, da chimica a ingegneria e giurisprudenza. Per quanto riguarda il comparto economico, in questi anni ci siamo concentrati sul manifatturiero, una novità importante del progetto è l’allargamento al settore agroalimentare del Delta del Po.”
Il buon risultato sull’ecoinnovazione delle piccole e medie imprese dell’Emilia Romagna, monitorato da CERCIS e dall’Osservatorio della Società consortile Attrattività ricerca territorio (Art-er) attraverso due ondate di survey (2018 e 2021), è stato uno dei prerequisiti per l’approvazione del finanziamento, che prevede investimenti a partire dalle potenzialità già poste in essere nei territori proponenti.
Come spiega Mazzanti, “l’innovazione riguarda numerosi aspetti, dalla logistica al design e ai materiali, ed esige la connessione tra industria e ricerca per un reale cambio di paradigma. Il territorio è lo spazio di questa rete e deve essere coinvolto in ogni suo aspetto per implementare la sostenibilità del sistema produttivo.”
La costruzione di interazioni positive tra gli attori coinvolti riguarderà anche gli studenti e i dottorandi, perché gli obiettivi di EcosistER prevedono cambiamenti strutturali a lunga gittata.
Conclude, infatti, Mazzanti: “si potrebbe pensare che 110 milioni di euro possano provocare uno shock sistemico e poi il vuoto, ma, a differenza di altri progetti europei, il fine formale è, in questo caso, la creazione di fondazioni e patti firmati tra i vari attori con una durata di dieci, venti anni.”