“L’indagine rivela uno scollamento sempre più marcato tra le posizioni assunte da molti governi europei e il sentimento dell’opinione pubblica nei rispettivi Paesi. Il divario più significativo che si profila è tra coloro che vorrebbero mettere fine alla guerra il più rapidamente possibile e coloro che vorrebbero continuare a combattere fino alla sconfitta della Russia.” Questa è la situazione fotografata dall’European Country on Foreing Realtions sulla base di 8mila interviste condotte in dieci Paesi dell’Unione relativamente alla posizione dei cittadini europei sulla guerra scaturita a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Il divario crescente rilevato dall’indagine delinea una situazione in cui “sebbene gli europei si sentano molto solidali nei confronti dell’Ucraina, in tutti i Paesi ad eccezione della Polonia e della Gran Bretagna prevale il fronte degli elettori ‘pacifisti’ che auspicano che la guerra finisca il prima possibile, mentre il fronte della ‘giustizia’ (solo 1 europeo su 4) ritiene che l’obiettivo più urgente sia punire la Russia”.
Prevale l’opposizione alla guerra, anche a causa dei costi delle sanzioni e del terrore nucleare
L’indagine è stata condotta in Paesi in cui la posizione dell’opinione pubblica è connotata tradizionalmente in modo diverso: Polonia e Romania sono Stati dell’ Europa centrale e quindi in prima linea, “tradizionalmente scettici nei confronti della Russia”; Francia, Germania e Italia, grandi Stati dell’Europa occidentale “in passato si sono guadagnati la reputazione di Russlandverstehers” (“Paesi che comprendono la Russia”); Portogallo e Spagna, sono Stati dell’Europa meridionale in passato generalmente meno coinvolti nella politica della Russia; Finlandia e Svezia, Stati dell’Europa settentrionale, hanno presentato richiesta di adesione alla NATO a seguito dell’invasione; e Gran Bretagna, lontana dal teatro di guerra, ma con un governo in prima linea contro la Russia .
Le interviste sono state condotte a metà maggio; in quel periodo “i cittadini europei – sintetizzano i ricercatori – sono preoccupati dal costo delle sanzioni economiche e dalla minaccia di un’escalation nucleare. A meno di un cambiamento radicale nelle dinamiche attuali, prevale l’opposizione a una guerra lunga e sfiancante. Solo in Polonia, Germania, Svezia e Finlandia l’opinione pubblica è sostanzialmente favorevole a un aumento della spesa militare.”
La data della rilevazione è importante perché da allora le sanzioni economiche hanno prodotto un aumento dei costi per i cittadini europei prima inimmaginabili, a partire da quello del gas, ma, soprattutto, le difficoltà incontrate sul campo dall’esercito russo hanno fatto crescere la preoccupazione che Putin possa optare per un’escalation nucleare. Dunque, è assai probabile che “l’opposizione a una guerra lunga e sfiancante” sia aumentata ulteriormente e in modo significativo.
L’indagine divide gli i intervistati in due campi: “gli intervistati che appartengono al campo della Pace vogliono la pace subito, anche qualora questo richiedesse concessioni da parte dell’Ucraina nei confronti della Russia. Il campo della Giustizia, invece, ritiene che solo una chiara sconfitta della Russia possa portare la pace”.
Il nostro Paese è quello con la più alta percentuale di appartenenti al campo della Pace, fino a raggiungere la maggioranza assoluta (52%). Simile è la situazione in Germania. In nessun Paese gli appartenenti al campo Giustizia sono la maggioranza assoluta.
E’ interessante notare, anche per il risultato delle elezioni politiche nel nostro Paese avvenute successivamente all’indagine, che rispetto all’orientamento politico “in Italia gli elettori di tutti i partiti preferiscono la Pace alla Giustizia e il maggior sostegno alla Pace (oltre il 60%) si registra tra gli elettori di Fratelli d’Italia e della Lega”.
Gli intervistati di entrambi i campi prevedevano già in primavera che la guerra avrebbe comportato un netto peggioramento delle condizioni dei due Paesi, ma con una significativa differenza, che sfata un po’ l’idea che i pacifisti siano anche, almeno in parte, filorussi: “Mentre sia il campo della Pace che quello della Giustizia concordano sul fatto che la Russia e l’Ucraina usciranno dalla guerra in condizioni peggiori rispetto a prima del conflitto, il campo della Giustizia ritiene che soprattutto la Russia starà ‘molto peggio’ mentre i membri del campo della Pace prevedono che, tra le due, sarà l’Ucraina a soffrire di più. Alcuni nel campo della Pace potrebbero quindi auspicare la fine della guerra perché ritengono che stia infliggendo eccessive sofferenze all’Ucraina”.
Il recente netto aggravarsi della condizione di vita dei civili in Ucraina con la mancanza di energia elettrica potrebbe allora , secondo questa interpretazione dei ricercatori, aumentare il numero dei pacifisti “per solidarietà”. “Poiché molti sostenitori della Pace ritengono che sarà l’Ucraina, più che la Russia, a soffrire maggiormente le conseguenze di questo conflitto, – affermano i ricercatori – ulteriori progressi militari russi potrebbero anche indurre un maggior numero di persone a unirsi al campo della Pace.”
La posizione degli “indecisi” – un significativo 20% degli intervistati- viene così sintetizzata: “Gli indecisi rivelano un atteggiamento altrettanto se non più duro, rispetto al campo della Giustizia, nei confronti della Russia, che incolpano in primo luogo per la guerra e che ritengono il più grande ostacolo alla pace. Sono convinti che l’Europa dovrebbe interrompere i rapporti con Mosca, ma non condividono l’indignazione morale e gli obiettivi di escalation del campo della Giustizia: su questioni come il fatto che la guerra comporti un peggioramento delle condizioni dell’Ucraina e dell’UE o sull’aumento della spesa per la difesa sono molto più vicini al campo della Pace. Per certi versi, gli indecisi possiedono l’istinto dei realisti kissingeriani: sono apertamente ostili alla Russia e sostengono politiche dure nei suoi confronti, ma temono che una guerra prolungata sia troppo costosa per l’Europa”.
Contrasti fra i Paesi europei ma preoccupazioni comuni
L’indagine rivela come la guerra in Ucraina dia vita a opinioni in forte contrasto fra cittadini di Paesi solitamente con posizioni comuni, ad esempio sul tema dell’aumento delle spese militari, della responsabilità del conflitto e di chi ostacola la pace: in Europa orientale la Polonia si schiera molto diversamente dalla Romania e in quella occidentale la Germania dall’ Italia.
Già in primavera era possibile comporre però un quadro generale, che, stante la situazione attuale, sembra confermato: “Gli europei sono convinti che sia la Russia che l’Ucraina usciranno sofferenti da questa guerra. Contrariamente ai discorsi ottimistici di molte capitali europee che vedono la guerra come un ‘momento europeo’, la maggioranza degli intervistati ritiene che l’Unione Europea dovrà fare i conti con le conseguenze del conflitto, mentre l’opinione prevalente nella maggior parte dei Paesi analizzati è che la guerra non avrà alcun impatto sugli Stati Uniti e sulla Cina”.
Sono favorevole all’appoggio militare all’Ucraina, nonostante tutto.
La cosa che mi preoccupa di più è come saranno le condizioni dell’Ucraina alla fine della guerra, tanto peggiori quanto più durerà il conflitto.
Per questo sarei favorevole alla partecipazione anche del Papa ai colloqui, nella speranza che potesse aiutare a risolvere il conflitto