In Afghanistan non si ferma l’oppressione nei confronti delle studentesse, giovani donne che hanno perso il diritto allo studio come abbiamo riportato negli ultimi mesi.
È di pochi giorni fa il violento attacco suicida al Kaj Education Centre a Kabul che ha causato la morte di almeno 38 ragazze e 82 feriti. Le vittime, nella maggioranza donne di etnia hazara, stavano preparando gli esami di ammissione all’università.
Come dichiara un report pubblicato dall’Alto commissariato dei diritti umani delle Nazioni unite, sotto il dominio talebano l’Afghanistan affronta una crisi dei diritti umani sempre più profonda, compresi gravi arretramenti dei diritti delle donne, rappresaglie contro oppositori e critici, attacchi alle minoranze tra cui Hazara-Shia e repressione dei media.
In particolare, la regressione dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, compresa la sospensione dell’istruzione secondaria per le ragazze, è molto preoccupante.
“In nessun altro paese donne e ragazze sono scomparse così rapidamente da tutte le sfere della vita pubblica”, ha dichiarato Richard Bennett esperto delle Nazioni unite. “Nonostante ciò, donne e ragazze rimangono in prima linea negli sforzi per mantenere i loro diritti umani”.
Secondo le stime dell’Unicef sono tre milioni le ragazze a cui da oltre un anno viene vietato di completare l’istruzione secondaria ed è stato calcolato che privare le ragazze dell’istruzione secondaria si traduce in effetti devastanti per l’economia del Paese con una perdita calcolata intorno al 2.5% del Prodotto interno lordo. Ma questo sembra non far desistere il governo talebano nonostante le proteste delle studentesse afgane e della comunità internazionale.