Florence Nightingale, fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna, fu antesignana della presentazione dei dati statistici e della loro divulgazione.
Secondo UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization), le ricercatrici tendono ad avere carriere più brevi e meno retribuite rispetto ai colleghi maschi. Inoltre, nonostante rappresentino il 33,3% di tutti i ricercatori, solo il 12% sono membri delle ambite accademie scientifiche nazionali.
Sono particolarmente sottorappresentate nel settore delle STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), con una sola professionista su cinque (22%) in campi all’avanguardia come quello dell’intelligenza artificiale.
Il divario di genere diviene poi specialmente evidente ai livelli più alti della carriera: in Europa le donne costituiscono, rispettivamente, il 32% e il 35% degli studenti di laurea triennale e magistrale nelle discipline STEM, ma solo il 19% dei professori ordinari. Complessivamente, nel 2018 gli uomini avevano una probabilità doppia rispetto alle donne di ricoprire il ruolo di professore ordinario a livello europeo (15,7% per gli uomini e 7,6% per le donne). Sempre in Europa, nel 2019, il 3,5% di donne con istruzione universitaria risultava disoccupato, contro il 2,6% degli uomini.
La mostra UNESCO “Creative resilience, l’arte delle donne nella scienza” è dedicata resilienza durante la pandemia delle donne impegnate nella scienza.