La coalizione Cambiamo agricoltura, a cui aderiscono tra gli altri il World Wildlife Fund (WWF), la Lega italiana per la protezione degli uccelli (Lipu) e Slow Food, ha una richiesta particolare per il Ministro della salute Roberto Speranza e il Ministro alle politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli. Vogliono infatti che i ministri donino un campione dei loro capelli.
“Inviate un campione dei vostri capelli per verificare la presenza di pesticidi e dimostrare la vostra attenzione e sensibilità sul tema della contaminazione umana dalle sostanze chimiche di sintesi utilizzate in agricoltura” ha scritto la Coalizione nella sua lettera ai ministri. L’intento è coinvolgere il Governo nella grande campagna “Pesticide CheckUp”, che la Coalizione ha appena concluso e riproporrà in ottobre.
L’iniziativa si basa sull’invio al singolo cittadino di un kit di analisi fai-da-te. Come spiega la Coalizione, Pesticide CheckUp “nasce per mostrare, attraverso l’analisi dei capelli di alcune centinaia di cittadini europei, come i pesticidi siano diffusi nell’ambiente e stiano contaminando l’organismo delle persone, con potenziali effetti negativi sulla salute.”
La campagna di sensibilizzazione della Coalizione fa da eco a un grande traguardo raggiunto da poco a livello europeo. Mercoledì 22 giugno infatti la Commissione ha approvato e presentato pubblicamente il “Pacchetto natura”, che si compone di due proposte di legge: la prima – la cosiddetta Restoration Law – si concentra sul ripristino della natura europea e comprende, tra le altre cose, il recupero dell’80% degli habitat europei in cattive condizioni, la rinaturazione di almeno 25mila chilometri di fiumi, nuove regole per la tutela degli ambienti marini; la seconda riguarda proprio l’uso sostenibile dei pesticidi. Si tratta di propositi cruciali per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal e dell’Agenda 2030.
Con il Pacchetto natura, nello scontro tra lobby che fa da sfondo alle mosse delle istituzioni europee, per una volta il mondo ambientalista ha avuto la meglio. Nei giorni precedenti, 40 associazioni ambientaliste avevano scritto al Commissario Paolo Gentiloni per sostenere l’approvazione immediata del Pacchetto e rimarcare l’importanza delle azioni in esso contenute.
“Mai prima d’oggi l’Unione europea aveva inteso dotarsi di uno strumento vincolante come la Restoration Law, indispensabile per ridare salute e funzionalità alle specie e agli habitat naturali e seminaturali del continente, dalle zone umide alle coste, dalle foreste alle torbiere eccetera – avevano commentato in seguito le stesse associazioni -. La Commissione ha fatto propria una proposta, che, sebbene non perfetta, rappresenta un forte tentativo di invertire la tendenza della perdita di biodiversità e contrastare il cambiamento climatico, con obiettivi ambiziosi e vincolanti e una tempistica precisa. Di grande importanza è altresì la proposta di nuovo regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi, che si inserisce nel percorso di trasformazione in senso ecologico.”
Il regolamento pesticidi, in particolare, potrà rendere realmente vincolanti per gli Stati membri i target di riduzione nell’uso delle sostanze chimiche, oltre a costruire un sistema di monitoraggio più stringente. A livello nazionale, questo nuovo approccio europeo dovrebbe tradursi in un rinnovato Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN). Il Piano italiano è infatti scaduto nel febbraio 2019 e attualmente si trova ancora in fase di revisione. Non solo: nel nostro Paese a dicembre scadrà anche l’autorizzazione per il rinnovo dell’uso del glifosato, il pesticida più usato al Mondo e il più discusso.
Nel 2017, più di 1 milione di cittadini europei aveva firmato per vietarlo in tutti gli Stati membri.
Per cambiare realmente le cose, il Pacchetto natura dovrà però conquistarsi il voto favorevole del Parlamento europeo e l’approvazione del Consiglio, secondo il meccanismo di co-legislazione tipico dell’Unione. Dovrà inoltre, come nel caso italiano, incontrare il sostegno degli Stati e della società civile.
L’accordo sui benefici e sulla resilienza di un’agricoltura meno dipendente dai pesticidi è sempre più ampio, anche a livello accademico, ma gruppi legati alla gestione forestale, all’agricoltura, alla chimica, all’edilizia si stanno già mobilitando, con lo scopo di deregolamentare almeno alcuni settori o alcune sostanze e rendere non vincolanti i nuovi provvedimenti.