Mentre l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) rilancia l’allarme pandemia, e avverte, per bocca di Mike Ryan, capo del programma di emergenze sanitarie, “che bisogna fare ancora un lungo cammino fino alla cosiddetta nuova normalità” si avverte una crescente stanchezza da parte dei cittadini nei confronti della chiamata a un nuovo ciclo di vaccinazioni, il quarto in poco più di un anno.
Nonostante gli indubbi esiti positivi delle vaccinazioni, l’acclarato vantaggio in termini di costi benefici del vaccino, e al netto dei no vax irriducibili, sarà molto difficile convincere alla quarta dose anche coloro che di buon grado e con forte speranza sono già arrivati alla terza. Le cause sono molteplici, e spaziano dal tipo stesso di vaccini oggi disponibile alla scarsa fiducia in molti segmenti della complessa struttura sanitaria.
In questa serie di due articoli analizziamo il “caso Soberana”: la campagna vaccinale di Cuba, realizzata con un vaccino prodotto “in proprio” e distribuito dalla struttura sanitaria pubblica.
Il caso è interessante perché tocca alcuni nodi fondamentali del problema: il ruolo delle industrie farmaceutiche, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni sanitarie e il rapporto fra Paesi ricchi quelli poveri nell’accesso ai vaccini (tema su cui erano intervenuti l’Oms e la rivista Nature, suscitando non poche polemiche).
Un vaccino autarchico
Soberana 02 è il vaccino cubano contro Covid-19 che ha ribaltato il paradigma dell’esitazione vaccinale pediatrica. Un vaccino pubblico, sviluppato nonostante le mille restrizioni e difficoltà legate ai sessanta anni di embargo economico imposto dagli Stati Uniti. La strategia di puntare su una piattaforma vaccinale pediatrica ha fatto la differenza anche per gli adulti, i quali hanno ben accolto il vaccino per i propri figli e hanno beneficiato di un’estesa immunizzazione, facendo sì che Cuba fosse solo minimamente toccata dall’ondata di Omicron che quest’inverno ha colpito molti Paesi.
Sebbene Soberana 02 non sia un prodotto disegnato sulle varianti di SARS-CoV-2 più recenti (Delta e Omicron), la massiccia campagna vaccinale che ha coinvolto grandi e piccoli è riuscito a ridurre in maniera significativa la circolazione del virus, un fattore universalmente protettivo contro tutte le varianti.
I vaccini Soberana (Soberana 01, 02, Plus) sono prodotti dall’Istituto Finlay de Vacunas (IFV) in collaborazione con il Centre for Molecular Immunology e il National Biopreparations Centre. Il nome stesso del vaccino, “sovrana”, rimarca l’indipendenza cubana e l’importanza politica ed economica di questi vaccini per l’isola, senza i quali sarebbe stata in grave difficoltà durante la pandemia da Covid-19.
Il vaccino sovrano nasce pediatrico
L’IFV ha un’esperienza decennale nella produzione di vaccini pediatrici, e ha deciso di sfruttare queste conoscenze per lo sviluppo di strumenti contro Covid-19, utilizzando una tecnologia che va sotto il nome di vaccini coniugati. Questa è una classe di vaccini proteici che nasce appositamente per la pediatria ed era già stata utilizzata dai ricercatori cubani per vaccini contro la polmonite, la meningite e l’emofilo di tipo B.
Soberana 02 è costituito da una porzione della proteina Spike di SARS-CoV-2 (RBD), chimicamente coniugata a una tossina tetanica inattivata, fondamentale per migliorare la qualità e la durata della risposta immunitaria.
Lo sviluppo del vaccino, anche se si è basato su una piattaforma nota, non è stato totalmente senza difficoltà – ha spiegato il professor Vicente Verez Bencomo, direttore dell’IFV, durante il suo intervento di apertura al CICAP fest 2022 a inizio giugno.
Il processo di coniugazione chimica, necessario per attaccare la proteina alla tossina inattivata, prevede la modifica di alcuni amminoacidi (piccole unità che costituiscono le proteine) della proteina Spike. Questi cambiamenti, sebbene microscopici, inizialmente inducevano alcune “modifiche comportamentali” nella proteina stessa, inducendola a unirsi a coppie, formando quelli che in gergo tecnico vengono chiamati “dimeri”.
Questa condizione non è ideale per stimolare una prima immunizzazione. Ma nella ricerca, soprattutto in condizioni di risorse limitate, non si butta via (quasi) niente e i ricercatori hanno trovato un utilizzo per i dimeri, che si sono dimostrati efficaci come dose di richiamo testata sui convalescenti. Questo vaccino è stato infatti pensato per stimolare nuovamente l’immunità nelle persone in seguito a una precedente infezione e poi utilizzato come booster dopo due dosi di Soberana 02 o altri vaccini.
Anche gli italiani hanno partecipato alla sperimentazione clinica, aderendo allo studio osservazionale SoberanaPlusTurin lanciato a Novembre 2021, finalizzato a verificare l’efficacia di SoberanaPlus come dose di rinforzo dei vaccini attualmente utilizzati in Europa. I risultati positivi dello studio sono stati presentati a Torino a marzo 2022.
Una campagna vaccinale lampo e alta copertura
La reale efficacia di un vaccino raggiunge il suo pieno potenziale solo se il sistema sanitario riesce a somministrarlo in modo sicuro e tempestivo al maggior numero possibile di persone.
Su questo Cuba ha decenni di esperienza, incluso un programma di vaccinazione nazionale pediatrica nel quale il 98% dei bambini sotto i cinque anni è immunizzata contro tredici malattie, oltre all’annuale campagna vaccinale contro la poliomielite, lanciata nel ’62 e mai interrotta e campagne contro malattie epidemiche come l’H1N1.
Anche per contrastare la pandemia da Covid-19, è stata messa in piedi una massiccia e rapida campagna vaccinale, che ha permesso all’isola caraibica di raggiungere velocemente il terzo posto per vaccination rate nel Mondo. Anche senza obblighi vaccinali, oltre il 94% della popolazione è vaccinata, di questi l’88% a ciclo completo.
Nonostante le limitazioni economiche date dall’embargo, Cuba vanta una forte struttura sanitaria, e ha alle spalle decenni di investimenti nella ricerca e innovazione scientifica. Anche la medicina territoriale è molto sviluppata e sull’isola sono presenti circa otto medici ogni 1000 abitanti – quello che i cubani chiamano “l’esercito dei camici bianchi”- contro i circa quattro medici/ 1000 abitanti disponibili in Italia.
Gli altri vaccini cubani
I vaccini Soberana non sono gli unici strumenti contro il Covid-19 che ha prodotto Cuba.
L’Istituto di biotecnologia e genetica ne ha sviluppati altri due, battezzati con nomi importanti per l’ideologia cubana.
Uno è Abdala, un vaccino proteico costituito dal frammento di Spike RBD e adiuvanti, che ha dimostrato un’efficacia paragonabile a Soberana 02 (92%) e ha dato un grosso contributo nell’immunizzazione della popolazione adulta. Questo vaccino prende il nome dal titolo di un’opera letteraria di José Martí, leader del movimento per l’indipendenza cubana e ora considerato eroe nazionale.
Mambisa, il cui nome è ispirato ai guerriglieri che combatterono nella guerra dei dieci anni e in quella d’indipendenza cubana contro i colonialisti spagnoli nel XIX secolo, è il primo vaccino proteico nasale, ora in fase di sperimentazione. La diversa via di somministrazione ha il vantaggio di non richiedere l’utilizzo di un ago e si spera induca una risposta immunitaria protettiva anche nei confronti dell’infezione, stimolando l’immunità locale nella mucosa nasale. Tutti i vaccini sviluppati finora nel mondo, purtroppo, non si sono rivelati in grado di indurre un’immunità sterilizzante e non impediscono al 100% la trasmissione di SARS-CoV-2. Le speranze dei cubani sono riposte in questo vaccino “guerriero”.
Soberana oltre Cuba
Secondo il professor Verez Bencomo, Cuba è aperta alla condivisione, come dimostra la collaborazione con l’Istituto Pasteur in Iran che ha contribuito al trial clinico di fase III.
I vaccini Soberana potrebbero essere degli strumenti preziosi anche per altri Paesi, grazie ai costi bassi e l’efficacia in adulti e bambini. Per far spiccare il volo al vaccino cubano è in corso la preparazione del dossier da presentare all’organizzazione mondiale della sanità (Oms). I cubani sperano di aprire le porte al commercio attraverso il circuito COVID-19 Vaccines Global Access (COVAX), un’iniziativa per garantire equo accesso ai vaccini contro il Covid-19. Al momento, Soberana 02 è approvato in via emergenziale in Iran, Nicaragua, Venezuela, Vietnam ed è in via di autorizzazione in Messico e Argentina.
Il primo Paese a produrre il vaccino cubano al di fuori dell’isola è l’Iran, che dopo la collaborazione per i clinical trial, inaugura a fine maggio il primo impianto di produzione, in collaborazione con l’IFV. Qui il vaccino sarà commercializzato con il nome di PastuCovac.
Non è ancora stata presentata invece la domanda all’agenzia europea per i medicinali (EMA), la quale richiede standard negli impianti di produzione a Cuba che sono difficili da rispettare. Ma per portarlo in Europa potrebbero esserci altre strategie, a cui l’Italia potrebbe prendere parte.
Il dialogo tra Cuba e Italia
Oltre alla collaborazione bilaterale instaurata a Torino per la sperimentazione di Soberana Plus, da questa primavera è aperto un dialogo più ampio sui vaccini tra Italia e Cuba.
A fine aprile, durante il congresso farmaceutico internazionale BioHabana 2022, è stato firmato un memorandum d’intesa tra l’IFV di Cuba, l’industria farmaceutica italo-svizzera ADIENNE Pharma & Biotech e l’Agenzia per gli scambi economici e culturali con Cuba (AICEC). Con questo accordo si cercherà di portare avanti il processo di pre-qualificazione all’Oms di Soberana 02, per poter produrre questi vaccini anche in Italia, dove gli impianti di produzione rispettano le norme europee. (1.Continua)