La campagna vaccinale contro il Covid-19 in Italia ha permesso di evitare circa 8 milioni di casi, oltre 500mila ospedalizzazioni, più di 55mila ricoveri in terapia intensiva e circa 150mila decessi.
È quanto riferisce il report realizzato dall’Istituto superiore di sanità (Iss), in collaborazione col Ministero della salute e le Regioni e Province autonome, che stima il numero di “eventi” (infezione sintomatica o asintomatica o ricovero in qualsiasi reparto o in terapia intensiva o decesso associati a SARS-CoV-2) evitati direttamente dalla vaccinazione anti-SARS-CoV-2 in Italia, nel biennio gennaio 2021 – gennaio 2022.
L’andamento dell’epidemia da SARS-CoV-2 in Italia
La figura 1 mostra l’andamento della curva epidemica delle infezioni da SARS-CoV-2, confermate microbiologicamente e segnalate alla Sorveglianza integrata Covid-19 entro il 16 marzo 2022, insieme alla timeline di interventi (fasi) che hanno caratterizzato la risposta al contenimento del suo impatto.
Il report ricorda come la curva delle diagnosi sia stata fortemente influenzata dalla capacità diagnostica, molto limitata nella prima fase, e poi progressivamente aumentata.
Il 2020 è stato caratterizzato da misure di intervento non farmacologiche, mentre il 2021, oltre a queste misure ancora molto presenti nei primi mesi dell’anno, ha visto la sempre maggiore diffusione della campagna vaccinale.
Nel 2021 l’Italia è stata interessata da due ondate pandemiche che hanno causato una forte pressione sui servizi sanitari. Nella prima metà dell’anno, la maggior parte della popolazione italiana ha vissuto in Regioni classificate come zone arancioni o rosse, caratterizzate da misure restrittive severe. Alla fine della primavera e all’inizio dell’estate la situazione epidemiologica è migliorata, in concomitanza anche con l’incremento della copertura vaccinale.
A fine ottobre, nonostante l’elevato tasso di copertura vaccinale, si è osservato un nuovo forte aumento dei casi notificati, amplificato dalla diffusione della variante Omicron, più trasmissibile rispetto alle precedenti varianti.
Nonostante l’incidenza abbia raggiunto i massimi livelli, i tassi di ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva e decesso associati al Covid-19 non hanno raggiunto i livelli osservati a inizio del 2021, grazie all’effetto protettivo dei vaccini.
La vaccinazione contro il Covid-19 in Italia
La campagna vaccinale contro il Covid-19 in Italia è stata avviata il 27 dicembre 2020, dando la priorità, in base al rischio di infezione e di malattia severa, a operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale dei presidi residenziali per anziani, e ultraottantenni.
Successivamente, con l’aumento dei vaccini autorizzati e delle dosi disponibili, la vaccinazione è stata estesa ad altri gruppi di popolazione: persone con almeno una comorbidità cronica, personale scolastico, universitario e forze dell’ordine. Infine la vaccinazione è stata resa disponibile a tutti i gruppi di età in ordine decrescente.
A oggi, sono cinque i vaccini autorizzati dall’Agenzia europea del farmaco (European Medicines Agency, EMA) e dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa): Comirnaty (Pfizer-BioNtech), Spikevax (Moderna), Vaxzevria (AstraZeneca), Covid-19 Vaccine Janssen (Johnson&Johnson) e Nuvaxovid (Novavax).
Tutti i vaccini autorizzati, tranne Covid-19 Vaccine Janssen, prevedono un ciclo vaccinale primario di due dosi a diversi intervalli di tempo. Inoltre, dal 14 settembre 2021, è stata autorizzata la somministrazione di una dose addizionale o dose di richiamo dei vaccini Comirnaty e Spikevax.
La dose addizionale si considera parte integrante del ciclo primario in soggetti sottoposti a trapianto di organo solido, o con marcata compromissione della risposta immunitaria per cause legate a patologie di base o a trattamenti farmacologici.
Nei soggetti immunocompetenti, la terza dose viene considerata una dose di richiamo (o booster) dopo il completamento del ciclo vaccinale primario ed è stata autorizzata progressivamente in ordine decrescente di età. Dalla fine del 2021 la dose booster può essere somministrata a tutti i soggetti di età superiore ai sedici anni (e i soggetti di età tra i dodici e i quindici anni con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti) dopo quattro mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario.
A gennaio 2022 la raccomandazione della dose booster è stata estesa a tutti a partire dai dodici anni di età.
Andamento della campagna vaccinale contro Covid-19
Il primo quadrimestre del 2021 è stato caratterizzato da una limitata disponibilità di dosi di vaccino, durante i primi due mesi il numero di somministrazioni giornaliere è stato irregolare e mediamente inferiore a 100mila dosi; nel periodo giugno – agosto le somministrazioni sono aumentate fino a raggiungere le 500mila – 600mila al giorno.
Successivamente il numero di somministrazioni è cominciato a calare fino a novembre, fino a quando è nuovamente aumentato grazie all’avvio della somministrazione della dose booster alla maggior parte della popolazione.
Al 31 gennaio 2022, sono state somministrate complessivamente 128 milioni di dosi di vaccino contro Covid-19 . La maggior parte delle somministrazioni (64%) sono state effettuate con il vaccino Comirnaty, il 24% con Spikevax, il 10% con Vaxzevria, l’1% con Comirnaty pediatrico e l’1% con Janssen.
Stima del numero di eventi evitati attraverso la vaccinazione: metodologia
Per stimare il numero settimanale di eventi (infezione sintomatica o asintomatica o ricovero in qualsiasi reparto o in terapia intensiva o decesso associati a SARS-CoV-2) evitati direttamente dalla vaccinazione contro Covid-19 in Italia, sono stati utilizzati i dati raccolti dalla Sorveglianza nazionale integrata Covid-19 al 16 marzo 2022.
La Sorveglianza nazionale integrata raccoglie informazioni su ogni caso confermato di Covid-19, definito come qualsiasi persona, indipendentemente dalla presenza o meno di sintomi, con una diagnosi confermata microbiologicamente di infezione da SARS-CoV-2.
I casi diagnosticati sono seguiti nel tempo riportando eventuali ricoveri ospedalieri, l’ingresso in terapia intensiva e il decesso associati alla diagnosi di Covid-19.
La copertura vaccinale è stata invece calcolata con dati resi disponibili dalla Struttura commissariale per l’emergenza Covid-19.
L’analisi ha interessato la popolazione di età pari o superiori a dodici anni con diagnosi confermata di infezione da SARS-CoV-2 effettuata tra l’11 gennaio 2021(quindici giorni dopo la prima somministrazione di vaccino anti Covid-19) e il 31 gennaio 2022.
La scelta del 31 gennaio 2022 tiene conto del tempo (fino a trenta giorni successivi alla diagnosi) necessario per osservare gli eventi di maggiore gravità quali ospedalizzazione e/o decesso.
L’efficacia vaccinale
Complessivamente, durante il periodo analizzato, sono stati evitati circa 8 milioni di casi, oltre 500mila ricoveri, oltre 55mila ricoveri in terapia intensiva e circa 150mila decessi.
La distribuzione degli eventi evitati non è stata omogenea durante il periodo studiato.
Nella prima metà del 2021, a causa della bassa copertura vaccinale, il numero di eventi evitati è stato limitato, mentre nella seconda metà dell’anno e nel mese di gennaio 2022 si stima che la vaccinazione abbia evitato più della metà degli eventi attesi.
Dall’inizio della campagna vaccinale al 31 dicembre 2021, si stima che siano stati evitati, grazie alla vaccinazione, un totale di 2,8 milioni di casi (range 2,8 mln-3,4 mln), 290mila ospedalizzazioni (218mila – 400mila), 38mila ricoveri in terapia intensiva (27mila – 54mila) e 78mila decessi (54mila – 114mila).
Queste cifre rappresentano rispettivamente il 43%, il 58%, il 57% e il 64% degli eventi attesi (cioè quelli osservati più quelli evitati).
Solo nel mese di gennaio 2022, caratterizzato dalla predominanza della variante Omicron, altamente diffusiva, in cui sono state osservate un totale di 4,3 milioni di diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, la vaccinazione ha permesso di evitare un totale di 5,2 milioni di casi di infezione (range 4.3 mln – 6,4 mln), 228mila ospedalizzazioni (161mila – 384mila), 19mila ricoveri in terapia intensiva (13mila – 31mila) e 74mila decessi (48mila – 130mila). Queste cifre rappresentano rispettivamente il 55%, l’83%, l’86% e l’87% degli eventi attesi a gennaio 2022.
Gli autori hanno riconosciuto alcuni limiti dell’analisi proposta che ha permesso di stimare soltanto gli eventi evitati direttamente dalla vaccinazione, senza prendere in considerazione i benefici indiretti, quali la ridotta circolazione virale nella popolazione complessiva in contesti di elevata copertura. Inoltre, per quanto riguarda la stima dei decessi evitati, l’analisi non fornisce una stima degli anni di vita guadagnati grazie alla vaccinazione.