Un blog dedicato a interviste e contributi su diversi temi e problemi che vedono le donne protagoniste – dalle malattie rare agli ostacoli alla ricerca per le donne nel mondo accademico, alla condizione delle donne nei contesti di guerra – è il primo strumento di cui si è dotata la “Community delle donne protagoniste in sanità” che si è recentemente riunita per elaborare progetto e programmi.
Seguiranno, secondo un fitto calendario già online, i “Caffè fra protagoniste” per approfondire e continuare il confronto sui temi del programma.
La proposte della Community per il futuro del Servizio sanitario nazionale
Il punto di partenza della Community è l’interesse per l’evoluzione e le prospettive future del Servizio sanitario nazionale (Ssn), nel quadro che si è venuto a creare con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dopo la pandemia Covid-19.
In questo campo, la Community ha come obiettivo un’organizzazione fortemente integrata tra ospedale e territorio, attraverso le reti in sanità e accordi fra il settore pubblico e i soggetti privati. L’idea è quella di utilizzare la Community per definire un nuovo modello di Ssn che tenga conto delle migliori esperienze delle singole Regioni, da proporre nelle sedi istituzionali.
In particolare, il modello proposto prevede di garantire l’integrazione sociosanitaria e definire i Livelli essenziali di assistenza sociosanitaria come diritto garantito a tutti i cittadini, superando quelli di assistenza sanitaria attualmente garantiti e collegando al fascicolo sanitario elettronico anche la parte sociale.
Il cittadino, al momento dell’accesso alla struttura sanitaria, dovrebbe essere immediatamente preso in carico da parte di un team multidisciplinare, che valuta il livello di rischio sia sanitario che sociale e risponde con gli strumenti adeguati alla domanda anche inespressa della persona. I servizi offerti vanno modulati in relazione alla stratificazione dei pazienti in funzione delle condizioni di rischio sociosanitario, anche col supporto degli enti del Terzo settore.
In questo processo di cura e assistenza complessivamente ridisegnato, un ruolo importante lo giocano il riconoscimento formale della figura del caregiver (famigliare o assistente famigliare), forme di sostegno dedicate e il mettere il paziente e la comunità al centro del processo di cura (empowerment), in una logica di inclusione sociale ed equità. Ampio spazio dovrebbe essere poi dato alle associazioni di volontariato che hanno dimostrato tutta la loro utilità nella recente pandemia.
Sul piano finanziario, inoltre, il modello proposto prevede di superare l’attuale frammentazione delle risorse di provenienza europea, statale e regionale.
Tutto il progetto è elaborato con lo sguardo delle donne protagoniste sul campo, che lavorano attivamente e hanno un’esperienza reale e non teorica dei contesti sociosanitari, quindi ne conoscono punti di forza e punti di debolezza. “Questa è la vera forza della Community: non abbiamo solo le leader e i direttori generali – afferma la coordinatrice Monica Calamai – ma tutto l’universo femminile che opera direttamente nel mondo della sanità e del sociale.”
La salute della donna, in tutte le età, in un’ottica multietnica
Resta centrale nel programma della Community il tema della salute della donna, nelle diverse età della vita, anche in un’ottica multietnica.
Fra i punti di forza del programma 2022 c’è l’attenzione alla medicina di genere e alla medicina personalizzata fondata su una migliore conoscenza della composizione e della fisiologia corporea legata al genere. Da qui l’importanza della promozione di una cultura orientata alla valorizzazione della differenza di genere a partire dalla formazione e da una buona informazione, per una maggiore consapevolezza sui rischi cardiovascolari, per una pronta intercettazione del rischio di fragilità ossea, per una prevenzione personalizzata nelle diverse età e fasi di vita della donna e per facilitare l’accesso ai servizi.
Rinnovare la formazione del personale
Per la realizzazione di questo progetto, sarà necessaria una formazione del personale adeguata e aggiornata (anche dal punto di vista tecnologico). La proposta della Community prevede modifiche alle modalità di accesso alle lauree sanitarie e una revisione dell’offerta formativa, per garantire la migliore rispondenza ai rinnovati fabbisogni sanitari, investendo in piattaforme e infrastrutture.
Non viene, peraltro, trascurata la necessità di innovazione strutturale e di una nuova edilizia sanitaria, con una doverosa attenzione alla prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro dentro e fuori la sanità.
Il programma 2022 della Community prevede inoltre momenti di formazione dedicati al linguaggio al femminile, gender digital gap e telemedicina, talenti al femminile, soft skill e competenze sociali.
Una prima iniziativa: Open Data in sanità
“Gli Open Data in sanità – ha affermato Elena Sini, direttrice Sistemi informativi GVM Care and Research e HIMSS Board of Directors, nel corso di una iniziativa realizzata il 5 marzo in occasione dell’Open Data Day, – hanno più vincoli che in altri ambiti, e quello che oggi è oggettivamente disponibile è oltremodo limitato.
Sarebbe estremamente utile se il Fascicolo sanitario elettronico nazionale esponesse dei servizi di accesso ai metadati, per aprire a molte possibili elaborazioni che potrebbero essere realizzate anche dal mondo della ricerca e dell’innovazione, abilitando quindi dinamiche di open innovation, in tempi estremamente rapidi e con una ricchezza di funzionalità e capacità di offerta al mercato e ai cittadini.”
Su questo tema il confronto fra Protagoniste proseguirà il prossimo 12 aprile con un Caffè dedicato a “Digitale e open data in sanità”. In tale occasione si parlerà dell’importanza e dell’utilità degli open data e dei sistemi digitali, per migliorare la vita di tutti, non solo in ambito sanitario.
Prossimi appuntamenti: Patto sul clima e green
Al “Patto sul clima e Green” sarà poi dedicato il Caffè fra protagoniste del prossimo 16 marzo. Il rispetto per l’ambiente e l’approccio one health sono fra i valori fondanti della Community, che si propone azioni per migliorare l’impronta ecologica dei servizi sanitari, accompagnando i processi di innovazione perché siano ecologicamente sostenibili.
La proposta in discussione sarà la creazione di “comunità di competenze” nel network delle donne protagoniste in sanità, per ideare e condividere percorsi di cura sostenibile, uno strumento operativo già previsto dal Pnrr e che necessita di figure innovative all’interno dei contratti del pubblico impiego.
Parteciperanno Emidia Vagnoni, docente di Economia aziendale dell’Università di Ferrara e direttrice del Centro di ricerca sull’economia e management della salute (Crisal-Fondazione Ettore Sansavini), e Daniela Pedrini, direttrice del Dipartimento tecnico dell’Azienda ospedaliera di Bologna.
Donazione e medicina di genere
Il Caffè del 31 marzo sarà dedicato invece a “Donazione e medicina di genere”. Il sangue è un vero e proprio farmaco salvavita, insostituibile in diverse condizioni patologiche quali malattie del sangue (come tumori e leucemie), gravi incidenti, operazioni chirurgiche e trapianti d’organo. Siamo però ancora molto lontani dalla possibilità di creare in laboratorio un sangue artificiale, che sia identico a quello biologico e che possa essere prodotto in grandi quantità e usato nella routine della pratica trasfusionale.
Da questo punto di vista, l’Italia è un Paese autosufficiente già da molti anni, grazie agli oltre 1.700.000 volontari che donano annualmente più di tre milioni di unità fra sangue e plasma, consentendo così di curare oltre 1700 pazienti al giorno per un totale di oltre 630mila pazienti l’anno, ma deve misurarsi con il generale andamento demografico negativo in Italia, che comporta una diminuzione dei donatori nelle fasce più giovani.
Al confronto parteciperà Vincenzo De Angelis, Direttore del centro nazionale sangue dell’Istituto superiore di sanità, insieme a Vanessa Agostini, responsabile regionale sangue per la Liguria.
Linguaggio e lingua al femminile
Il 27 aprile, invece, sarà dedicato a “ Linguaggio e lingua al femminile”. Il linguaggio è un problema culturale di fondo, sia per il suo uso errato (si tende infatti a utilizzare sempre il genere maschile), sia per l’educazione familiare, scolastica e universitaria, che mette le donne quasi sempre in una posizione di inferiorità.
Da qui la necessità di promuovere la formazione scolastica e universitaria per aiutare la donna ad abbattere i pregiudizi. Il confronto sarà animato da Beatrice Curci, giornalista caporedattrice di Strade Nuove, con la moderazione di Francesco Pagnini, giornalista dell’Ausl di Ferrara.
Prevenzione e screening
Infine, il Caffè dell’11 maggio sarà dedicato al tema della “Prevenzione e dello screening”, fondamentali per la diagnosi precoce dei principali tumori femminili, attività che ha conosciuto importanti battute d’arresto in concomitanza con la pandemia di Covid-19. Interverranno Paola Mantellini, coordinatrice nazionale dell’Osservatorio nazionale screening, e Debora Canuti, coordinatrice regionale screening dell’Emilia-Romagna. Il risultato del confronto sul programma 2022, aperto a tutti colore che, donne e uomini, condividono gli obiettivi e la visione della Community, troverà la sua sintesi nella convention “Donne in salute, donne che curano la salute, donne che lavorano in salute”, che si terrà a Bologna il 17 e 18 giugno.