Ricomincia la scuola in Afghanistan ma non per le ragazze

Ricomincia la scuola in Afghanistan ma non per le ragazze

Agli inizi di febbraio alcune università hanno riaperto in Afghanistan, per la prima volta da quando i talebani hanno preso il potere lo scorso agosto. Come riporta Reuters, nella Nangarhar University della città di Jalalabad, situata nella parte orientale del Paese, anche le donne sono tornate a frequentare le lezioni universitarie, senza condividere spazi con gli studenti uomini e accedendo da entrate secondarie.

Il tema dell’istruzione ha avuto un ruolo chiave nei conflitti che hanno colpito l’Afghanistan durante gli ultimi decenni, ed è stato al centro di battaglie ideologiche che hanno influenzato la vita di migliaia di studenti di tutte le età e dell’intero sistema educativo afghano. 

Il nuovo governo dei talebani considera irrilevante l’apprendimento moderno, come dichiarato recentemente dal Ministro dell’istruzione superiore ad interim Abdul Baqi Haqqani, che ha affermato come le qualifiche accademiche ottenute negli ultimi vent’anni non siano di alcuna utilità. Nella visione dei talebani, la formazione  religiosa impartita nelle madrasa rende i rappresentanti dell’attuale governo superiori, per la loro fede, a professori, dottori e studiosi, anche se il Paese nel 2020 ha registrato dei livelli di alfabetizzazione tra i più bassi del Mondo, con oltre 10 milioni di giovani e adulti analfabeti (dati UNESCO, 2020) su una popolazione di 38 milioni di abitanti. 

Quattro milioni di bambini fuori dalle aule scolastiche

L’Afghanistan ha una delle popolazioni più giovani del Mondo, e l’istruzione di qualità rappresenta un aspetto fondamentale per stimolare la crescita economica e lo sviluppo democratico. Tuttavia, le aspettative culturali e gli anni di conflitto ostacolano la parità di accesso all’istruzione, soprattutto per le donne e le ragazze. I livelli di alfabetizzazione sono del 55% per gli uomini e solo del 29,8% per le donne, e i dati forniti dall’Istituto di statistica della United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) riportano per l’anno 2020 un tasso di alfabetizzazione del 43%, con un aumento per i giovani di età compresa tra i quindici e i ventiquattro anni attestato al 65%. 

L’Afghanistan è al 169esimo posto su 189 Paesi nell’Indice di Sviluppo umano del 2020, con un indice di anni medi di scolarizzazione di 3.9 anni (©Human Development Report)

Nonostante questi risultati ottenuti prima del cambio di governo, ci sono ancora enormi sfide e un gran numero di persone mancano di scolarizzazione e opportunità di formazione, situazione resa ancora più complessa, negli ultimi due anni, a causa della crisi pandemica da Covid-19 e dall’avvento del regime dei talebani.

Nel 2021 l’accesso all’istruzione ha rappresentato una sfida per diversi milioni di bambini in tutto l’Afghanistan, come riporta il sito dello United Nations Children’s Fund (Unicef) che dichiara 3,7 milioni di bambini fuori dalle aule scolastiche, in maggioranza di sesso femminile.

Inizialmente la crisi pandemica ha causato la chiusura prolungata delle scuole dal giugno 2020 al maggio 2021. Verso la fine di agosto 2021, le scuole primarie hanno riaperto per tutti i bambini e il 17 settembre 2021 hanno riaperto le scuole secondarie (classi 7-12), ma solo per gli studenti maschi e gli insegnanti. 

La transizione politica dello scorso agosto ha avuto l’effetto di prolungare le chiusure e portare incertezze sul futuro dell’istruzione femminile. Senza alternative adeguate per continuare a studiare a casa e la chiusura prolungata delle scuole, molti bambini hanno subito perdite di apprendimento massicce e sono a rischio di abbandono scolastico.

(©UNICEF Afghanistan/2017/Reuternees Froutan)

L’istruzione femminile tra norme culturali e matrimoni precoci

L’istruzione è un diritto umano fondamentale ma fattori socio-culturali, credenze tradizionali e povertà estrema rappresentano un ostacolo per l’istruzione femminile. Le barriere di accesso come la distanza dalla scuola, la mancanza di insegnanti donne e lo scarso supporto da parte delle famiglie rendono l’educazione delle bambine molto difficoltosa. Le ragazze, inoltre, si sposano in giovane età: l’organizzazione non governativa Save The Children stima che il 17% si sposa prima di aver compiuto quindici anni, circa il 46% prima dei diciotto e che le adolescenti sposate non hanno accesso all’istruzione.

Durante il precedente governo dei talebani dal 1996 al 2001 l’istruzione femminile era stata proibita, ma negli ultimi vent’anni la comunità internazionale ha sostenuto il sistema educativo del Paese con ingenti finanziamenti che hanno facilitato l’accesso al percorso scolastico nel 2021 per il 67% di bambini e 48% di bambine (dati World Bank). 

Dal 1996 al 2001 l’educazione femminile è stata quasi zero (Dati World Bank) (©UNESCO Institute for Statistics)

Nel documento di sintesi prodotto dall’Unicef per l’anno 2021 si legge che, prima del ritorno dei talebani, l’Organizzazione ha finanziato circa 8 mila scuole di comunità garantendo così l’accesso all’apprendimento per oltre 245mila bambini (di cui 130mila ragazze), che utilizzano lo stesso curriculum delle scuole pubbliche. L’organizzazione delle Nazioni unite ha messo a disposizione, inoltre, il programma di borse di studio GATE, con oltre mille studentesse iscritte all’inizio dell’anno, formate per aumentare il numero complessivo di insegnanti donne.

I talebani usano l’istruzione femminile come leva per ottenere concessioni da parte dei Paesi occidentali, riconoscimenti diplomatici e lo scongelamento degli assets finanziari che sono stati bloccati o per ottenere gli aiuti indispensabili per alleviare la crisi alimentare e umanitaria. Al momento non è chiara la strategia che il nuovo Governo vuole adottare nonostante le pressioni della comunità internazionale su questo tema, e se effettivamente l’istruzione secondaria sarà accessibile alle donne nel prossimo futuro come annunciato.
Le lezioni clandestine in centri organizzati a grande rischio nelle case private rimarranno, forse, l’unica possibilità di continuare a far studiare le bambine e le ragazze che vogliono farlo.

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