I cambiamenti climatici e la salute degli oceani sono strettamente legati tra loro, dato che più del 70% della superficie del Pianeta è ricoperta di acqua. Gli oceani aiutano a regolare il clima sia assorbendo il calore derivante dall’eccessivo accumulo di gas serra nell’atmosfera sia catturando i composti del carbonio, rilasciati dalle attività antropiche e dagli incendi, nella vegetazione sottomarina.
Negli ultimi anni il riscaldamento globale, causato dalle emissioni crescenti di gas serra, in particolare di anidride carbonica (CO2), ha portato a un aumento delle temperature sia dell’aria che degli oceani.
Gli ultimi sette anni sono stati i più caldi a livello globale mentre le concentrazioni di anidride carbonica e metano continuano ad aumentare
Secondo i dati pubblicati dal servizio Copernicus per i cambiamenti climatici (Climate Change Service, C3S), fornito dal programma spaziale Copernicus dell’Unione europea (Ue), gli ultimi sette anni sono stati i più caldi a livello globale.
Il 2021 sembrava collocarsi tra gli anni più freschi poiché nei primi cinque mesi si erano registrate temperature relativamente basse rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, da giugno a ottobre, le temperature mensili si sono sempre aggirate tra le quattro più calde mai registrate. Infatti, la temperatura media annuale è aumentata di 0,3°C rispetto al precedente periodo di riferimento, che comprende gli anni dal 1991 al 2020.
Per l’Europa, invece, i sette anni più caldi restano quelli dal 2014 al 2020. Tuttavia, l’estate del 2021 è stata la più calda mai registrata.
Temperature elevate sono state registrate soprattutto nel bacino del Mediterraneo tra luglio e agosto. Vere e proprie ondate di calore hanno interessato la Grecia, la Spagna e l’Italia. Non a caso il record europeo per la temperatura più elevata sembra sia stato superato in Sicilia, dove sono stati registrati 48.8°C, 0.8°C in più rispetto al record precedente – tuttavia questo nuovo dato deve ancora essere confermato ufficialmente dall’Organizzazione meteorologica mondiale (World Meteorological Organization, WMO).
Un ulteriore elemento di preoccupazione viene dalle concentrazioni di gas serra sempre maggiori in atmosfera. Nell’ultimo anno, i livelli di CO2 hanno raggiunto un record globale annuale medio di circa 414 parti per milione (ppm) mentre il metano raggiunge un record annuale di circa 1876 parti per miliardo (ppb). Le emissioni di carbonio provocate dagli incendi in tutto il mondo sono leggermente superiori a quelle dell’anno scorso.
Un nuovo record per gli oceani nel 2021
Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Advances in Atmospheric Sciences, nel 2021 sono state misurate per il sesto anno consecutivo le temperature più alte negli oceani. Per i ricercatori, il contenuto termico degli oceani equivale all’energia di sette bombe atomiche esplose ogni secondo per tutto l’anno. Il nuovo record è stato raggiunto nonostante quest’anno si sia manifestato il fenomeno conosciuto come La Niña, che ha contribuito a limitare il riscaldamento nell’Oceano Pacifico.
La Niña può influenzare il clima dell’intero Pianeta
Si tratta di un fenomeno naturale oceanico-atmosferico che determina un forte e anomalo raffreddamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico centrale e orientale, influenzando il clima dell’intero Pianeta e quindi anche dell’Europa e dell’Italia.
Anche il mar Mediterraneo conquista il record per il riscaldamento delle acque
L’articolo firmato da un team internazionale di ventitré ricercatori – tra i quali Simona Simoncelli dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e Franco Reseghetti dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) – riporta dati allarmanti soprattutto per il Mar Mediterraneo. Infatti, la temperatura del Mediterraneo sta aumentando il 20% più velocemente rispetto alla media globale. Un processo, iniziato alla fine degli anni Ottanta, che ha portato i ricercatori a definirlo un vero e proprio hot spot del riscaldamento degli oceani.
L’analisi dei dati forniti dal monitoraggio dei mari Ligure e Tirreno, grazie al progetto MACMAP dell’Ingv in collaborazione con Enea e la compagnia di navigazione GNV S.p.A., ha stimato l’anomalia termica fino a circa 800 metri di profondità e l’andamento delle temperature delle acque intermedie tra i 150 e i 450 metri.
Il progetto MACMAP conferma i dati allarmanti dello studio
A partire dal 1999, sfruttando navi commerciali che percorrono la rotta tra Genova e Palermo, sono stati acquisiti i dati riguardanti la temperatura di questi mari. Così è stato possibile esaminare le variazioni termiche nel tempo.
Dal 2013 in poi le temperature registrate si pongono sopra le media dell’intero periodo che copre gli anni 1999-2021. In particolare, la temperatura delle acque intermedie è aumentata di circa 0,6°C (da 13,8°C a 14,4°C) con un tasso di variazione di 0,028°C all’anno. (1.Continua)