Incentivare il raggiungimento delle pari opportunità nelle professioni scientifiche e tecnologiche, incoraggiando le giovani donne a scegliere percorsi di studio e di lavoro in questi ambiti e aiutandole ad avere fiducia nella scienza. Sono questi gli obiettivi del programma Coding Girls, promosso dalla Fondazione mondo digitale in collaborazione con Missione diplomatica USA in Italia, Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, Compagnia di San Paolo, Microsoft, Eni e trentadue partner accademici e giunto quest’anno alla settima edizione.
L’iniziativa si è conclusa il 13 maggio e ha raggiunto 15mila studentesse in sessantaquattro città italiane, portando alla realizzazione di oltre quattrocento progetti. Coding Girls si rivolge infatti alle ragazze tra i quattordici e i diciotto anni e permette loro di lavorare con formatori e tutor di oltre trenta atenei su tutto il territorio nazionale. Le ragazze hanno svolto attività online di coding, cioè di programmazione informatica, maratone di elevator pitch, imparando come si presenta un proprio progetto in un contesto professionale, ed eventi di vario tipo con il territorio, ma hanno anche seguito programmi di formazione sul pensiero computazionale, le fake news, i social media, la cybersecurity, il team building e lo storytelling.
Uno dei progetti presentati nel corso dell’evento finale, ad esempio, è stato “Discovery Molise”, con il quale un gruppo di alunni e alunne di due istituti molisani ha realizzato un sito di promozione turistica per la loro Regione sotto la guida di Carmen e Milena, due studentesse del corso di laurea in informatica dell’Università degli Studi del Molise. Oltre a far conoscere la storia e i luoghi del territorio, il progetto aveva l’obiettivo di superare lo stereotipo del mondo dell’informatica come prevalentemente maschile, trasferendo alle giovani ragazze la passione per la materia e le competenze utili a realizzare il sito e svilupparne i contenuti.
“Siamo convinti – sostiene Mirta Michilli, direttore generale di Fondazione Mondo Digitale – che sia importante rendere le studentesse, in particolar modo quelle delle scuole secondarie superiori, consapevoli dell’importanza che le donne oggi partecipino attivamente al mondo del lavoro.”
Le donne e la scienza: un’opportunità per l’innovazione e l’economia
Secondo Assolombarda, in Italia la percentuale di donne che frequentano i percorsi di studio nelle discipline scientifico-tecnologiche (Science, Technology, Engineering and Mathematics, STEM) è superiore rispetto alla media europea. Nel nostro Paese, infatti, il 17% del totale delle studentesse universitarie frequenta i corsi STEM, contro il 16% a livello europeo, mentre all’interno del settore scientifico le donne rappresentano il 36% degli iscritti, contro il 31% europeo.
Sebbene il trend generale sia positivo, è importante che un numero maggiore di studentesse intraprenda percorsi STEM. Inoltre, c’è il problema del mercato del lavoro, che anche in quest’ambito non premia le donne, con differenze sia a livello occupazionale sia in termini salariali rispetto agli uomini. È un tema cruciale, all’ordine del giorno anche all’interno del Recovery Plan, sul quale le stesse Coding Girls hanno basato molti dei progetti rivolti a una lettura inclusiva e partecipata della digitalizzazione, della transizione ecologica e della tecnologia come strumento al servizio del futuro del Paese.
In occasione della Giornata mondiale delle donne e ragazze nella scienza, celebrata l’11 febbraio, anche il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha affermato l’importanza di promuovere l’uguaglianza di genere nella scienza e nella tecnologia per costruire un futuro migliore. Una maggiore diversità stimola infatti l’innovazione ed è necessario garantire un incremento della partecipazione delle donne nelle discipline STEM e il loro futuro lavorativo nel settore, contribuendo così a ridurre il divario esistente tra l’Italia e gli altri paesi in ricerca e sviluppo.
“Non si tratta solo di una questione di pari opportunità e di riconoscimento del talento – afferma Barbara Cominelli, Chief operating officer di Microsoft, tra le aziende che partecipano al programma Coding Girls – ma, in un momento storico così complesso come quello attuale, è anche una questione di crescita economica. Una maggiore occupazione femminile porterebbe a un incremento del PIL, con vantaggi per tutti noi.”
Superare le barriere culturali attraverso la scienza e l’educazione digitale
Una sfida cruciale da affrontare è la lotta a pregiudizi e stereotipi e, per vincerla, è fondamentale migliorare la percezione che le studentesse hanno delle proprie capacità.
“È necessario un cambio di passo – continua Cominelli – affinché le ragazze si sentano libere di superare gli stereotipi di genere e intraprendano percorsi scolastici e carriere professionali in quei settori dove le opportunità sono maggiori. Iniziative come Coding Girls, che come Microsoft sosteniamo da anni, sono indispensabili per aiutare le ragazze a comprendere che una carriera in ambito scientifico è alla loro portata e che grazie a questo possono dare un contributo importantissimo alla crescita del proprio Paese.”
Tutto ciò si inserisce nella strada intrapresa a livello europeo per incrementare l’interesse delle giovani donne verso i percorsi formativi che riguardano la tecnologia, la matematica e la fisica. “Le azioni a cui si fa riferimento e che prendono spunto dalle determinazioni della Comunità europea – conclude Antonella Polimeri, rettrice dell’Università La Sapienza di Roma – vanno nella direzione di revisionare l’agenda europea delle competenze, il piano di azione per l’educazione digitale e il pacchetto di sostegno all’occupazione giovanile, in particolare all’occupazione femminile.”