Nella “Città delle biciclette” l’inquinamento record richiede interventi innovativi per la mobilità

Nella “Città delle biciclette” l’inquinamento record richiede interventi innovativi per la mobilità

La città di Ferrara si prepara a vedere nuove piste ciclabili di ultimissima generazione.  “Partiamo dal manto stradale – spiega Elena Mainardi, docente Unife presso il Dipartimento di ingegneria e tra i responsabili del progetto Air break -, che sarà di materiale riciclato, in particolare pneumatici trattati, sul quale sono già state fatte prove di laboratorio. È previsto inoltre un sistema di integrazione tra i dati relativi al passaggio di ciclisti e quelli rilevati dalle centraline per il controllo della qualità dell’aria.

Elena Mainardi, docente dell’Università di Ferrara (©Unife)

Ci saranno anche totem informativi digitali e alcuni tratti di pista saranno dotati di un’ illuminazione adattiva, ovvero le luci si accenderanno al passaggio del ciclista”, una sorta di luci intelligenti che si attiveranno con dei sensori al passaggio delle bici. “Ci saranno tratti con tutti questi interventi, altri con interventi minori” precisa Mainardi. Il traguardo è la primavera del 2022. 

“Le piste ciclabili non bastano mai, perché Ferrara soffre di un problema di pendolarismo – dice ad Agenda17 Alessandro Balboni, assessore all’ambiente del Comune di Ferrara –. Ogni giorno circa 30mila ferraresi si muovono per lavoro o altre necessità, come ad esempio frequentare l’Università, generando  un carico importante di mobilità per il nostro territorio.”  Gli interventi saranno quindi fatti sugli assi viari dove c’è più esigenza, in particolare tra periferia e centro

 Una città record per l’inquinamento atmosferico

Storicamente Ferrara e le zone limitrofe convivono con un fortissimo inquinamento atmosferico. Un insieme di fattori pone la città tra i peggiori capoluoghi d’Italia per concentrazione di polveri sottili, e solo nel 2020 sono stati settantatre i giorni di sforamento di concentrazione di polveri fini nell’aria, quando il Decreto legislativo 155/2010 ne fissa un massimo di trentacinque. 

Il risultato è che il capoluogo estense, secondo il  Barcelona Institute for Global Health, si piazza al ventiseiesimo posto in Europa su 858 città analizzate e al diciassettesimo posto in Italia. I dati sono contenuti nello studio Premature mortality due to air pollution in European cities; a health impact assessment pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Planetary Health, che stila una  classifica delle città europee dove è più alta la mortalità legata all’inquinamento atmosferico.

Alessandro Balboni, assessore all’ambiente del Comune di Ferrara (© Comune di Ferrara)

Alcune delle ragioni le ricorda Balboni: “Ferrara è in una situazione molto critica a causa della sua conformazione geografica e topografica. Si trova per buona parte del suo territorio sotto il livello del mare, in pratica in una conca naturale, questo fa sì che non ci siano venti importanti per pulire ogni tanto l’aria.” 

La situazione diventa estremamente critica e complicata in quanto questa posizione naturale è unita alla presenza di industrie della chimica di base, di agricoltura e allevamenti che contribuiscono con l’emissione di ammoniaca e metano all’inquinamento dell’aria. È una situazione che coinvolge gran parte dell’Emilia Romagna, da Parma a Modena a Bologna. Uno strumento per attuare gli interventi di riduzione è il progetto Air break.”

Progetto Air break: verso trasporti e città sostenibili

Il progetto Air break, di cui è capofila il Comune di Ferrara, sviluppato in collaborazione con Università di Ferrara, Dedagroup Public Services, Politecnico di Milano, l’Agenzia provinciale per lo sviluppo Sipro, Hera, Lab Service Analytica e la Fondazione Bruno Kessler di Trento, ha vinto tra circa 200 proposte provenienti da tutta Europa insieme ad altri dieci progetti della selezione di Urban Innovative Actions (UIA), una iniziativa che incentiva le sperimentazioni di soluzioni per lo sviluppo urbano sostenibile. 

Il progetto prevede una serie di interventi, fra cui la piantumazione di 2mila alberi,  progettati per ridurre l’inquinamento atmosferico, e tra questi ci sono le piste ciclabili, di nuova generazione, studiate in collaborazione col Dipartimento di ingegneria dell’Università di Ferrara. I nuovi tratti, della lunghezza complessiva di un chilometro, faranno da raccordo e si integreranno con pezzi già esistenti. 

Pista ciclabile di ultima generazione – Ferrara (©Laboratorio Design of Science – Dos, Unife)

La necessità di  puntare su questo tipo di mobilità per ridurre l’inquinamento la ribadisce una nuova ricerca condotta da Christian Brand, professore dell’Università di Oxford . Essa dimostra che per ridurre le emissioni climalteranti l’unica soluzione è sostituire le automobili, anche quelle elettriche, con le bici o le nostre gambe. 

Lo studio ha coinvolto quattromila persone in sette città europee, tra le quali troviamo anche Roma, e i risultati dicono che le emissioni generate dall’andare in bici possono essere trenta volte inferiori per ogni viaggio rispetto a quelle generate da un’auto a combustibili fossili e dieci volte inferiori rispetto a quelle di un’auto elettrica.

Andrea Viola (studente del Master in Giornalismo e Comunicazione Istituzionale della Scienza)

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